Cosenza, il welfare arretra: meno servizi a dializzati e disabili

INTERVISTA | Nel prossimo trimestre prevista una riduzione del monte ore del settanta percento. Preoccupati gli operatori: «Impossibile garantire l'assistenza in queste condizioni»

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di Salvatore Bruno
21 luglio 2020
12:56

La determina incriminata è la numero 855 del 17 luglio scorso, con la quale la dirigente del settore welfare di Palazzo dei Bruzi, Matilde Fittante, ha bandito la gara di affidamento dei servizi domiciliari a chiamata per il periodo agosto-settembre-ottobre 2020, riducendo però il numero delle ore di lavoro mensile dei 34 addetti da 80 ad appena 25. In sostanza ognuno di loro sarà operativo per appena 60 minuti al giorno.

Stipendio misero

Con una duplice conseguenza: gli operatori guadagneranno una miseria ed i fruitori del servizio di trasporto ed assistenza domiciliare per dializzati e disabili, il cui ticket di accesso peraltro è triplicato a causa del dissesto, subiranno il disagio della riduzione temporale delle prestazioni.


Disattese le indicazioni della politica

Il consiglio comunale, votando all'unanimità un ordine del giorno presentato da Marco Ambrogio, aveva dato un chiaro indirizzo politico: quello di mantenere inalterati i termini dell'appalto. Ma le risorse non sono sufficienti e la legge parla chiaro: si tratta di servizi utili alla comunità ma non essenziali. 

Possibile soluzione

Una delle soluzioni prospettate dallo stesso Ambrogio è quella di rettificare la determina, spalmare il budget disponibile non su tre, ma su due mesi, e lavorare per ottenere dalla Regione un finanziamento ad hoc per coprire i costi a partire da ottobre.

Contatti Comune-Regione

Tanto più che una interlocuzione in tal senso è stata già proficuamente avviata da Alessandra De Rosa, componente della giunta comunale con delega specifica al welfare, ed il suo omologo di Germaneto Gianluca Gallo.

Lavoro a rischio

Nel frattempo però, il destino dei lavoratori è appeso a un filo e dopo 22 anni di impegno, sempre sul filo della precarietà, temono di perdere l'impiego: «Impossibile garantire l'assistenza in queste condizioni». La loro posizione nella voce di una loro rappresentante, Cinzia Avellino

 

Giornalista
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