Psicologi assunti come amministrativi, i paradossi delle Asp calabresi

VIDEO | Si tratta degli 80 medici trasferiti dalla Regione alle Aziende sanitarie nel 2008. Un caso unico in Italia, tanti gli appelli fino ad ora caduti nel vuoto. Ne abbiamo parlato con una delegazione di Lamezia Terme: «Presi in giro dalla politica»

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di Tiziana Bagnato
10 dicembre 2019
13:33

Un’odissea senza fine. E’ quella dei circa 80 psicologi trasferiti nel 2008 dalla Regione Calabria alle Asp. Da allora risultano assunti come amministrativi anziché come dirigenti non medici, non hanno inquadramento giuridico, non hanno mai percepito anzianità di servizio o produttività, hanno stipendi inferiori a quelli che gli spetterebbero per titoli e per prestazioni. Un cul de sac da cui politica e burocrazia fino ad ora non sono riusciti ad evadere. Ne abbiamo parlato con una delegazione dell’Asp di Catanzaro a Lamezia Terme. Psicologhe impegnate a tempo pieno nella neuropsichiatria infantile e che da dodici anni portano addosso il peso di una situazione paradossale, un vero e proprio unicum in Italia.

 


«Di solito succede il contrario – ci dice Giovanna Molinaro, psicologa e membro del Tavolo di Lavoro istituito nel Dipartimento Tutela della Salute della Regione - noi invece siamo sottopagati. Senza nulla togliere agli amministrativi, ma noi non svolgiamo queste mansioni». «L’assenza politica e della magistratura – denuncia la psicologa Lia Pallone – che nonostante i nostri ricorsi non intima alle aziende sanitarie di regolamentare questa situazione ci costringe ad essere ancora in queste condizioni». «Ci ascoltano, ci lasciano parlare – dice Molinaro a proposito del Tavolo di Lavoro – ma non adottano neanche il provvedimento più semplice quale quello del nostro passaggio nella dirigenza sanitaria non medica».Figure importanti quelle che sono impiegate a Lamezia Terme nella Neuropsichiatria infantile e che ogni giorno fronteggiano situazioni delicate, hanno a che fare con bambini con problemi e con genitori e famiglie che necessitano di sostegno. Eppure, spiega la psicologa Reginalda Cosentino, «siamo stati oggetto di vessazioni dal punto di vista personale e di categoria. Non mi sembra né logico né coerente dopo dieci anni essere inquadrata ancora come amministrativa». «Questa situazione si sarebbe potuta risolvere con un impegno politico – continua – ma questo impegno non c’è stato né da destra né da sinistra».

Giornalista
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