Italia veloce, Santelli e Catalfamo: «Investimenti al nord, Calabria penalizzata»

Secondo la governatrice e l'assessore ai Lavori pubblici, il piano sulle infrastrutture legato al Dl Semplificazioni invece di eliminare il gap tra Nord e Sud accresce l'isolamento della Regione

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di Redazione
10 luglio 2020
18:08
Jole Santelli
Jole Santelli

«I pochi interventi del piano effettivamente dedicati per la Calabria non incidono sul grave deficit infrastrutturale». Lo affermano il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli e l’assessore regionale ai Lavori pubblici Domenica Catalfamo, analizzando il programma “Italia Veloce” illustrato dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri sul Dl Semplificazioni.

 


Il programma, spiegano Santelli e Catalfamo, «si propone di realizzare un Paese più equo e veloce in termini di raggiungibilità rispetto ai tempi di viaggio, un Paese nel quale l’80% della popolazione vive a meno di 1 ora da una stazione dell’alta velocità. I buoni propositi vengono tuttavia disattesi quando si arriva alla lettura dell’elenco opere previste e ritenute prioritarie da distinguere, peraltro, tra quelle effettivamente finanziabili e quelle ancora da progettare».

 

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«Se il fine era quello di eliminare il gap storico infrastrutturale tra nord e sud si scopre invece che per la Calabria ad esempio si continuerà a percorrere 30 km in un’ora, dato che – sostengono il presidente della Giunta e l'assessore regionale ai Lavori pubblici - di interventi che dovrebbero risolvere l’isolamento della regione non se ne vede traccia, nemmeno per i progetti in attesa di completamento da decenni».

 

Secondo Santelli e Catalfamo, inoltre, «restano fuori la linea ferroviaria ionica con i ben noti interminabili viaggi nelle tratte Reggio-Catanzaro e Catanzaro-Lamezia, per non parlare dell’alta velocità sulla direttrice tirrenica, della Ss 106 nell’area meridionale della regione a forte rischio isolamento e priva di alternative, della trasversale delle Serre eterna incompleta e dell’area metropolitana di Reggio Calabria. Né si parla delle disastrate reti stradali secondarie che collegano il territorio interno alle reti primarie e alle ferrovie. I pochi interventi del piano effettivamente dedicati per la Calabria sono puntuali e non incidono sul grave deficit infrastrutturale. La gran parte degli investimenti continua ad essere prevista nelle regioni del centro-nord del paese e in parte nelle restanti regioni meridionali. La Calabria non può più essere lasciata nel suo atavico isolamento, mentre il Paese aspira a diventare più 'veloce' e più 'connesso' secondo i 'buoni' propositi del Governo. La Calabria – concludono il presidente della Giunta e l'assessore regionale ai Lavori pubblici - affronterà le sue sfide e farà valere tutte le proprie evidenti ragioni». 

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