Intervista a Fernando Caldiero, presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e Consigliere segretario della Fondazione nazionale commercialisti – formazione: «A Cosenza incremento superiore alla media del Paese»
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Con la chiusura dell’anno è tempo di bilanci anche per la salute dell’economia calabrese e del tessuto imprenditoriale. Le difficoltà non mancano, ma il presidente della sezione di Paola dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Fernando Caldiero, che ricopre inoltre la carica di Consigliere segretario della Fondazione Nazionale Commercialisti – Formazione, valuta il presente meno complicato ed intravede un futuro di possibile miglioramento.
La sfida dello sviluppo strutturale
«Il 2025 consegna una Calabria meno fragile rispetto al passato – ha detto in una intervista rilasciata al nostro network - La crescita è moderata, ma più ordinata. Il punto decisivo non è il dato congiunturale, bensì la capacità di trasformarlo in sviluppo strutturale, lavoro stabile e imprese sostenibili nel tempo. La provincia di Cosenza sembra intercettare meglio questa fase. Perché – ha sottolineato Caldiero – unisce vitalità imprenditoriale e infrastruttura istituzionale funzionante. Questo territorio in particolare, conta 65.537 imprese attive e registra un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, con una crescita superiore alla media nazionale. È un dato che indica tenuta del sistema produttivo e capacità di adattamento».
Dal dato nazionale ai fenomeni locali
L’impiego dei dati nazionali disponibili è necessario anche per leggere i fenomeni locali. «Perché oggi le dinamiche economiche e le crisi d’impresa non si spiegano più solo su base territoriale. Come Consigliere Segretario della Fondazione Nazionale Commercialisti Formazione, ho accesso costante a dati nazionali su procedure concorsuali, composizione negoziata e sovraindebitamento. Questi dati forniscono la cornice entro cui si muovono anche le economie locali e consentono una lettura più solida e comparabile dei fenomeni. Dal punto di vista delle crisi d’impresa, per esempio, sta cambiando l’approccio. I dati Unioncamere mostrano una riduzione del ricorso ai concordati preventivi tradizionali, una presenza ancora significativa delle liquidazioni giudiziali, ma soprattutto una forte crescita della composizione negoziata della crisi nel biennio 2024-2025. Questo indica che le imprese iniziano ad affrontare la difficoltà prima che diventi irreversibile».
Evitare il baratro del fallimento
«La composizione negoziata – ha sottolineato il presidente ODCEC di Paola – consente di intervenire in fase precoce, con l’imprenditore ancora alla guida dell’azienda e con l’assistenza di un esperto indipendente. Quando funziona, evita la liquidazione giudiziale, preserva valore economico e tutela l’occupazione. Le procedure di sovraindebitamento sono altrettanto cruciali per microimprese, imprenditori individuali e professionisti: permettono di ristrutturare il debito in modo ordinato, sospendere le azioni esecutive e ripristinare condizioni di sostenibilità. Dal punto di vista sistemico riducono fallimenti sociali, economia sommersa e rischio usura. È prevenzione economica, non assistenzialismo».
Il ruolo della Camera di Commercio
«Un ruolo centrale, in questa ottica, lo riveste in provincia di Cosenza la Camera di Commercio – ha osservato Caldiero – Guidato dal presidente Klaus Algieri, è oggi una vera infrastruttura economica territoriale. Ha investito sulla diffusione degli strumenti del Codice della crisi, sull’Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento, sulla mediazione e sull’arbitrato, riducendo tempi e costi del contenzioso. Accanto a questo, ha lavorato su supporto finanziario qualificato, assistenza tecnica alle imprese e internazionalizzazione, con risultati di rilievo nazionale come la Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero».
Il risanamento di Palazzo dei Bruzi
Secondo Fernando Caldiero, in questo quadro è da tenere in considerazione anche la rinnovata affidabilità amministrativa del Comune di Cosenza «che negli ultimi anni – dice il commercialista – è stata progressivamente ricostruita. L’amministrazione guidata dal sindaco Franz Caruso ha conseguito alcuni risultati rilevanti dal punto di vista economico-istituzionale. In particolare il risanamento dei conti comunali e il recupero degli equilibri di bilancio; la regolarità dei pagamenti verso imprese e fornitori, fattore decisivo per la fiducia del sistema produttivo; il ritorno a una capacità di programmazione, con bilanci approvati e possibilità di attivare investimenti; l’utilizzo delle risorse di Agenda Urbana e dei programmi di rigenerazione, con effetti diretti su lavori pubblici, servizi e attrattività urbana. Sono risultati di base, ma senza questi presupposti nessuna politica di sviluppo può essere credibile».
Il fattore giustizia
Nel complesso dei fattori legati allo sviluppo economico-produttivo, la giustizia non è un ambito di carattere secondario: «Al contrario – dice Caldiero – conta molto. La provincia di Cosenza si colloca alla posizione 29, e quindi a livello medio-alto su un totale di 107 province, negli indicatori nazionali di Giustizia e Sicurezza. Tempi più certi significano tutela del credito, minore rischio e maggiore attrattività per il capitale. La giustizia è un’infrastruttura economica invisibile, ma decisiva. insomma – conclude il professionista – lo sviluppo non nasce per inerzia. Dove esistono lettura corretta dei dati nazionali, istituzioni economiche competenti, strumenti di prevenzione della crisi e amministrazioni affidabili, la crescita diventa possibile. Cosenza dimostra che questo approccio funziona. Ora la sfida è trasformarlo in sistema regionale. Perché la crescita episodica passa; quella costruita su istituzioni solide resta».

