Fuga dal Sud

Caccavari e il sogno di Mulinum: «Ce l’ho fatta senza aiuti pubblici o politici. Ai giovani calabresi dico di costruire qui il loro futuro»

Il consiglio dell’imprenditore premiato da Mattarella: «Meglio investire in un’azienda locale che puntare sul posto fisso». L’annuncio di un nuovo progetto in Puglia: «Per farlo partire ci abbiamo messo 3 anni, a San Floro tutto pronto in 3 mesi»

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di Franco Laratta
1 febbraio 2024
12:40
 Stefano Caccavari
Stefano Caccavari

Stefano Caccavari fra i giovani imprenditori calabresi, probabilmente è il più conosciuto. Partito dal nulla, ora esporta il modello Mulinum anche in altre regioni italiane. Stefano, 35anni, è stato nominato due anni fa dal presidente Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Per il suo innovativo contributo rivolto alla valorizzazione del patrimonio territoriale in Calabria".

Oggi è un momento difficile per la Calabria e per tutto il Sud. Tanti vanno via. E c’è chi sostiene che per rimanere in Calabria devi avere un’azienda familiare alle spalle e cospicui finanziamenti pubblici. Stefano non è d’accordo.
«La mia storia conferma l'opposto: sono partito dalla campagna che avevo intorno e, spinto dalla vocazione agricola del mio paese, con una giusta comunicazione sono riuscito a creare una credibilità, coinvolgendo centinaia di persone. Insieme abbiamo realizzato un piccolo sogno diventato un’azienda agricola: Mulinum San Floro. Senza aiuti pubblici e sostegni politici, né tantomeno una tradizione familiare nel settore dei cereali e dei prodotti da forno».


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Ma i nostri ragazzi vogliono sapere quali sono le ragioni e le prospettive per rimanere in Calabria.
«Per rimanere qui bisogna avere il desiderio di avviare una propria attività diventando imprenditori oppure di dare un contributo per favorire la crescita di un’azienda locale. L’epoca ultra globalizzata in cui viviamo ci permette di avere attività in più zone in base agli interessi. Il posto “fisso” costringe a una scrivania, ma a mio parere la nostra società non è più così statica».

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«Non è nulla di nuovo, è già successo nei primi anni del ‘900 e nel secondo dopoguerra. Eppure noi che nasciamo nel Sud Italia siamo ancora qui. Il Sud è un’appartenenza culturale, non una residenza geografica. Noi che siamo nati nel Sud Italia, sia restando che partendo, possiamo raccontare un territorio unico, con tradizioni che i paesi del nord possono solo immaginare. Spero tanto che essendo posizionati al Sud dell'Europa, con un clima sempre più caldo, possiamo diventare anche un posto bellissimo per le vacanze, inventando formule sempre più vincenti di turismo».

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Si dice che la Calabria sia ricca, con mille potenzialità  di crescita, ma negli ultimi 50 anni lo Stato ha destinato miliardi di euro in finanziamenti di progetti poi tutti falliti.
Stefano non ha dubbi: «A mio parere la politica è totalmente scollegata dalle vere esigenze della popolazione, si lascia guidare da logiche lobbistiche. Una vera svolta si attuerà quando, con qualche sistema informatico, le comunità locali potranno finanziare progetti realmente utili al territorio, senza imposizioni dall'alto»

Stefano ha aperto un nuovo Mulinum in provincia di Siena. Altre operazioni sono allo studio in altre regioni. Per una volta siamo noi calabresi che esportiamo un modello di sviluppo che regge alla prova del mercato.
«Sono onorato di questo merito che mi dai, abbiamo impiegato anni per far sbarcare questo modello d'impresa su altri territori. L'esempio più recente è quello della Puglia: l'iter burocratico è durato 3 anni, mentre a San Floro, in Calabria, abbiamo realizzato tutto in 3 mesi».

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Quindi è pronto il Mulinum Puglia. Un altro bel colpo per Caccavari.
«A distanza di 7 anni dall'inizio della nostra avventura, spero che molti lettori possano aiutarmi con questo nuovo progetto di Mulinum Mesagne, in provincia di Brindisi. Al momento sono alla ricerca di nuovi soci per finanziare questa nuova avventura».

La Calabria è ultima in tutte le classiche, soprattutto per il lavoro che non c’è. Poi però le imprese non trovano personale. Una bella contraddizione.
«Attualmente trovare personale è davvero una grande responsabilità, purtroppo la gente è distratta ed è impregnata di una cultura errata: pretendono assistenzialismo anziché impegnarsi a creare da soli il proprio destino. In Calabria finché c’è qualche familiare a mantenere i figli o nipoti è difficile che i giovani costruiscono la propria autonomia. Ma non voglio generalizzare, per fortuna qualcuno viene cresciuto con i giusti valori e si rimbocca le maniche da solo. D'altronde, secondo me, la vita è fatta di alti e bassi che bisogna saper affrontare».

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