L’iniziativa

Il futuro dell’intelligenza artificiale: a Cosenza il focus su rischi e opportunità dei processi di innovazione

VIDEO | A Palazzo dei Bruzi l'iniziativa promossa dal gruppo interparlamentare incaricato di collaborare alla stesura di un regolamento europeo che dovrà disciplinare la materia

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di Salvatore Bruno
4 aprile 2022
21:00

Straordinaria miscela di tecnologie per il progresso, l’intelligenza artificiale è la chiave per vincere le sfide del futuro, determinante per l’incremento dei processi produttivi ma anche per migliorare la qualità delle nostre vite e persino per elaborare ed applicare soluzioni di salvaguardia ambientale o di tutela della salute.

Verso un regolamento

L’Unione Europea si appresta a disciplinarne l’impiego, per coglierne appieno le opportunità e limitarne i rischi. Cosenza ha ospitato uno dei cinque incontri del gruppo interparlamentare incaricato di collaborare alla stesura del regolamento, coordinato da Alessandro Fusacchia, del quale sono membri anche le deputate Anna Laura Orrico ed Enza Bruno Bossio. L’appuntamento, ospitato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, ha suscitato notevole interesse tra rappresentanti istituzionali, addetti ai lavori, esponenti della comunità scientifica.


Partnership con Fortune Italia

Al saluto del sindaco Franz Caruso e dell’assessore regionale allo sviluppo economico Rosario Varì, sono seguite due sessioni moderate da Emanuele Bevilacqua, direttore di Fortune Italia. La prestigiosa rivista è tra gli organi di divulgazione del tour, inaugurato a Venezia, con in calendario poi altre date a Roma, Milano e Torino. Conoscere per capire è il claim più utilizzato «perché – dice proprio Bevilacqua – la conoscenza aiuta a comprendere le funzioni dell’intelligenza artificiale e di tutte le tecnologie in genere, così da spaventare meno le persone e far concentrare di più coloro che devono prendere decisioni in proposito».

Immediatamente efficace

L’evento è stato sostanzialmente improntato su quattro macro tematiche: fruizione, creatività, applicazioni per le imprese, regolamentazione. Proprio la regolamentazione è uno degli aspetti cardine poiché il gruppo interparlamentare dovrà elaborare nelle prossime settimane le proprie proposte per arrivare ad un testo unico da applicare in tutta l’Unione Europea. A differenza delle Direttive, che poi devono essere recepite con apposite norme dagli stati membri, i regolamenti sono immediatamente efficaci e si ripercuotono dunque nella immediatezza sulla vita dei cittadini.

La gestione dei processi

Disciplinare l’impiego dell’intelligenza artificiale è determinante per gestire l’impatto dell’evoluzione dei processi: «La questione non può essere ridotta ad una discussione tra addetti ai lavori – ha detto Fusacchia – perché il fenomeno di diffusione delle nuove tecnologie riguarda tutti i cittadini. Quando all’inizio del ventesimo secolo si diffusero le automobili, il passaggio dai cavalli ai nuovi veicoli fu graduale e spalmato su molti anni per cui chi commerciava in selle e cavalli ebbe il tempo di adeguarsi, di adattare la propria attività alla nuova condizione. Oggi l’innovazione galoppa e c’è il pericolo per alcune categorie produttive di trovarsi fuori mercato da un giorno all’altro con gravi ripercussioni sociali».

Rischio diseguaglianze

Ci sono poi altri aspetti legati alla sicurezza sul trattamento dei dati e sulla necessità che questa mole di informazioni non sia prerogativa di pochi centri di elaborazione interamente amministrati da gruppi privati. Insomma, esiste un concreto rischio di generare profonde diseguaglianze: «Ma solo se lo sviluppo non prevede anche l’inclusione – sostiene Enza Bruno Bossio – Però con la modernità e la democrazia rispetto al passato questo rischio è più mitigato. Pensiamo invece ai vantaggi dell’intelligenza artificiale per tutte le persone nelle sue variegate applicazioni, anche nel campo della salute». Per Anna Laura Orrico il regolamento dovrà consentire «un accesso trasparente alle nuove tecnologie per i cittadini e l’alfabetizzazione digitale delle aziende componenti il tessuto economico-produttivo, soprattutto quelle piccole, individuali e familiari, di cui si compone gran parte del sistema imprenditoriale del nostro Paese».

Ricerca sì, applicazione no

L’Italia è nella top ten mondiale per la ricerca. Non ha però la capacità di riversare questo patrimonio di conoscenze nella praticità: «Solo il sei percento delle imprese applica strategie di intelligenza artificiale – informa Gianluigi Greco, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale – un ruolo strategico ma non riesce a compiere il salto di qualità per carenza di investimenti sulle competenze. Ai forum è inoltre intervenuto, tra gli altri, il presidente di Confindustria Cosenza, Fortunato Amarelli.

Giornalista
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