La crisi incalza

Inflazione mai così alta dal 1983: i beni alimentari spingono i prezzi a sfiorare l’11% in più

Non è direttamente l’energia a rendere il paniere più caro ma i prodotti del supermercato che comunque risentono del generale aumento dei costi di produzione. Aumenta il divario nella capacità di spesa tra le famiglie povere e quelle più abbienti

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di Redazione
17 ottobre 2022
11:36

L'Istat conferma le stime preliminari dell'inflazione del mese di settembre e ritocca al ribasso le stime preliminari dei prezzi sul beni che compongono il carrello della spesa, limando il dato a +10,9% (nella stima preliminare era 11,1%). «Bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%) per trovare una crescita dei prezzi del "carrello della spesa", su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%)». È il commento dell'Istituto nazionale di statistica sulle stime definitive di settembre.

I dati

«L'ulteriore accelerazione dell'inflazione su base tendenziale - afferma l'Istat - si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%)».


Secondo l'Istat «l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell'8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente). L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l'indice generale e a +3,6% per la componente di fondo. L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,4% a +5,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,0% a +5,5%».

I prezzi su base annua

Su base annua «accelerano i prezzi dei beni (da +11,8% a +12,5%), mentre è sostanzialmente stabile la crescita di quelli dei servizi (da +3,8% a +3,9%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 di agosto a -8,6 punti percentuali)».

Secondo le stime preliminari, confermate dall'Istat «l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,6% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e del 9,4% su base annua (da +9,1% nel mese precedente); la stima preliminare era +9,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,6% su base annua».

L'impatto sulle famiglie

«Nel terzo trimestre 2022 - si legge in conclusione della nota diffusa dall'Istat - l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+11,6% e +7,6% rispettivamente)».

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