In un anno il fatturato delle imprese del settore è cresciuto del 12%, il Belpaese ora è terzo dopo Stati Uniti e Cina per numero di società operanti all’estero. Transizione energetica, cambiamenti climatici e innovazione tecnologica e digitale i tre pilastri del made in Italy
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Ingegneria e architettura italiane al top di settore. I progetti realizzati fuori dai confini nazionali premiano le capacità creative e realizzative delle nostre imprese raccogliendo consensi e nuove commesse. Nel 2024 il loro fatturato è cresciuto del 12% e per l’anno in corso si prevede un ulteriore incremento dell’8%. Una tendenza consolidata che negli ultimi 11 anni, nonostante lo stop imposto dalla pandemia, ha fatto schizzare i ricavi del 152%. La ripresa c’è stata con un’accelerazione nell’ultimo triennio. Risultati impressionanti e marchi nazionali ad occupare posizioni avanzate nei mercati di tutto il mondo.
I numeri di questo exploit sono contenuti nel Rapporto Estero Oice-Cer 2025. Nel 2024 le imprese del settore hanno incassato 1,5 miliardi di euro, il 30% del fatturato complessivo prodotto all’estero dalle aziende nazionali. L’Italia è terza, dopo Stati Uniti e Cina, per numero di società operanti all’estero. Tra i Paesi europei, è seconda in Africa e in Medio Oriente, subito dopo la Francia. Proprio in Medio Oriente i ricavi sono cresciuti del 30%. Nei Paesi del Golfo Persico dal 2021 i guadagni sono quasi raddoppiati.
Fatturato in aumento dell’11% negli Stati Uniti e del 9% in Africa. Il continente europeo è il primo mercato con il 23% degli incassi complessivi all’estero, seguito dal Medio Oriente con il 19,5%, dall'Africa sub-sahariana con il 15,6% e da Stati Uniti e Canada con il 14,9%. Per tipologia di interventi le infrastrutture e i trasporti rappresentano il 34,8% della quota di mercato raggiunta nel 2025. Seguono l'energia con il 31%, la pianificazione e le costruzioni con il 10,7% e invasi idrici, dighe ed altre opere infrastrutturali con l’11,5%. Il 45% dei contratti arriva dal pubblico, il 44% dal privato, la restante parte da istituzioni finanziarie internazionali e da altri committenti.
Lo studio realizzato dal Centro Europa ricerche evidenzia che l’82% delle imprese con più di 250 dipendenti mantiene ben saldo il suo posizionamento estero assicurandosi commesse in partnership con altre aziende italiane. Dall’analisi emerge inoltre che il 70% delle imprese con meno di 100 dipendenti ha raggiunto risultati significativi su mercati esteri anche qui in partnership con altre realtà di settore. Per tutti risultano determinanti gli ultimi tre anni di attività che hanno segnato un balzo in avanti dei ricavi pari al 50%. Le imprese del settore risultano essere sempre più giovani e con quote rosa in aumento: nel 2024 si sono attestate entrambe sul 35%.
Transizione energetica, cambiamenti climatici e innovazione tecnologica e digitale sono i tre pilastri che sostengono le imprese italiane nella conquista dell’affermazione nei mercati globali dove il made in Italy, anche in questo settore, risulta sempre più apprezzato e richiesto. Per i prossimi anni lo studio del Centro Europa ricerche prevede un consolidamento delle attività di settore nel mercato europeo, nei Balcani, nei Paesi dell’Africa sub-sahariana ed in Medio Oriente. Arabia Saudita e Paesi del Golfo Persico risultano i mercati in prospettiva più floridi.



