L’intelligenza artificiale non è più una promessa lontana: è già realtà nelle aziende italiane e nei settori creativi. Secondo recenti ricerche, il 43% delle imprese italiane prevede di investire in tecnologie di intelligenza artificiale tra il 2025 e il 2026. Una tendenza che segue quella globale: il 75% dei dirigenti a livello mondiale considera l’IA generativa una priorità strategica, con tassi di adozione più alti negli Stati Uniti (84%) rispetto all’Europa (64%).

L’IA generativa è una forma di intelligenza artificiale capace di produrre contenuti autonomamente: testi, immagini, musica, video, codice. Questo sta rivoluzionando non solo l’industria tecnologica, ma anche i lavori creativi, aprendo nuovi orizzonti per artisti, designer, narratori e comunicatori.

Le nuove professioni della creatività digitale

Nel panorama delle professioni emergenti legate all’IA, spiccano figure ibride, che uniscono capacità umanistiche e competenze tecnologiche:

Prompt engineer: è l’esperto che sa dialogare con l’intelligenza artificiale. Scrive istruzioni (prompt) precise ed efficaci per ottenere i risultati desiderati dai modelli IA. Un ruolo centrale per chi lavora con strumenti come ChatGPT, Midjourney o DALL·E.

AI artist: artista che usa l’IA come strumento espressivo, combinando intuizione creativa e algoritmi per generare opere digitali, installazioni o performance interattive.

Consulente di etica dell’IA: figura professionale che aiuta le aziende a usare l’intelligenza artificiale in modo etico e trasparente, evitando discriminazioni, abusi o violazioni della privacy.

Specialista in sostenibilità digitale: analizza l’impatto ambientale delle tecnologie digitali (dai consumi energetici al ciclo di vita dei dispositivi) e propone soluzioni per ridurre l’impronta ecologica del digitale.

Narratore di realtà aumentata (AR storyteller): sviluppa contenuti narrativi per esperienze in realtà aumentata, unendo scrittura, regia e interazione. Molto richiesti nell’intrattenimento, nella moda e nel turismo culturale.

Virtual reality experience designer: progetta ambienti immersivi per esperienze in realtà virtuale (VR), utilizzati da aziende per promozioni, formazione o intrattenimento.

L’Italia e il lavoro creativo: numeri e prospettive

Il lavoro creativo è un settore chiave per l’economia italiana, anche se spesso poco valorizzato. Secondo l’Istat:

• Nel 2022, il settore culturale e creativo rappresentava il 3,5% dell’occupazione totale italiana, con oltre 843.000 addetti in circa 342.000 imprese.

• Il valore aggiunto generato era di circa 30 miliardi di euro, pari al 4,1% del PIL nazionale.

Nel 2023, le imprese culturali e creative hanno pianificato oltre 302.000 nuove assunzioni, a cui si aggiungono 445.000 contratti nel turismo culturale.

E le prospettive per i prossimi anni sono positive. Secondo UnionCamere e Fondazione Symbola, entro il 2030 ci sarà una crescita significativa in alcuni settori:

• +10,5% di occupazione nei videogiochi

• +6,9% nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale

• +6,6% nel design e nell’architettura

Anche nel presente, tra i profili più richiesti in Italia ci sono: content creator, copywriter, art director, social media manager, ma anche professioni più tecniche come videomaker, sound designer e creativi digitali.

Secondo la Guida alle Professioni Creative 2025, sono 70 i mestieri in forte crescita, che spaziano dalla moda al cinema, dalla musica al teatro, fino al restauro artistico.

Creatività e IA: alleati del futuro

Il rapporto tra creatività e tecnologia è sempre più stretto. Un’indagine recente mostra che l’82% dei professionisti creativi italiani usa già l’intelligenza artificiale o ha intenzione di farlo. Il 74% afferma che l’IA li aiuta a lavorare meglio, liberando tempo per attività più strategiche e creative.

Secondo Dell Technologies e l’Institute for the Future, l’85% dei lavori del 2030 non è ancora stato inventato. Ciò significa che molte delle professioni del futuro nasceranno proprio dove oggi tecnologia e creatività si incontrano.

La sfida per il mondo del lavoro creativo non è resistere al cambiamento, ma governarlo. Serve investire in formazione, cultura digitale e ricerca. L’intelligenza artificiale non sostituirà l’ingegno umano, ma diventerà un alleato prezioso per creare contenuti nuovi, raccontare storie diverse e immaginare mondi inediti.