Sono 325mila le piccole e medie imprese impegnate oltre confine. America latina e Paesi Ue sono i primi mercati. Crescono le commesse in Africa e nel Golfo Persico
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Finanziamenti pubblici e privati a sostegno degli investimenti all’estero delle imprese italiane. Realizzare progetti costa. L’internazionalizzazione delle aziende passa anche dal sostegno economico di banche e Cassa depositi e prestiti. Dalla produzione industriale in senso stretto alle nuove tecnologie applicate ai settori tradizionali l’iniezione di nuovi capitali è necessaria per confrontarsi su mercati diversi da quello nazionale. Nel 2024 gli istituti di credito hanno destinato 5 miliardi e 250 milioni di euro ai plafond per i prestiti alle imprese operanti oltre confine. Una cifra quasi due volte maggiore rispetto al 2014. Negli ultimi 5 anni le banche hanno erogato più di 40 miliardi di euro. Sono oltre 750mila le aziende italiane con almeno un progetto realizzato oltre confine negli ultimi 20 anni. Le piccole e medie imprese che hanno chiesto ed ottenuto finanziamenti sono 325mila. Intesa San Paolo e Unicredit ne mettono insieme poco più di un quarto, per un valore complessivo di prestiti pari a circa 25 miliardi. Sull’estero i fondi a sostegno dell’internazionalizzazione coprono circa il 25% delle voci di bilancio.
I finanziamenti pubblici
Cassa depositi e prestiti gioca un ruolo fondamentale attraverso la sua partecipata Simest. Nel 2024 ha autorizzato 170 operazioni di supporto alle esportazioni di 55 imprese per un controvalore pari a 525 milioni di euro, il 5% in più rispetto al 2023. La misura più finanziata è il “Contributo export su credito fornitore”. Lo strumento è gestito in convenzione con il ministero degli Affari esteri. Si tratta di un contributo in conto interessi, a fondo perduto e totalmente gratuito, destinato alla parziale o totale riduzione del costo dello smobilizzo di titoli di pagamento emessi dall’acquirente estero a fronte dei contratti di vendita.
A sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese c’è anche Sace, il gruppo assicurativo finanziario del ministero dell’Economia. La società mette a disposizione delle imprese due strumenti finanziari che garantiscono gli investimenti e le esigenze di capitale circolante con la possibilità di disporre di risorse economiche aggiuntive per acquisire nuove commesse.
I principali mercati esteri
L’America latina è la prima area di destinazione delle forniture italiane. Il 30% delle operazioni si svolgono in Messico, Brasile Colombia, Perù, Cile, Paraguay e Ecuador. Il secondo mercato estero è quello europeo con il 14% delle operazioni ed il terzo è quello statunitense con il 12%. Aumentano le operazioni per progetti nei Paesi africani (8%), in Turchia (7%) e negli Emirati Arabi (6%). Negli ultimi 5 anni l’area sub-sahariana e il Golfo Persico sono cresciuti del 20%. Emirati Arabi ed Arabia Saudita sono i due Paesi con la maggior propensione agli investi tecnologici. Nel 2024 sono stati destinatari di due progetti, rispettivamente del valore di 6,6 e di 2,4 milioni di euro, per la realizzazione di impianti industriali per la raffinazione di prodotti oleochimici e per la trasformazione di rottami metallici.
I settori merceologici finanziati
Ciò che richiedono di più i committenti esteri sono tecnologia, macchinari e attrezzature industriali. I principali settori merceologici finanziati nel 2024 sono stati i trasporti, la produzione di macchinari tessili e per l’industria alimentare. Le aziende italiane operanti all’estero realizzano impianti per l’industria chimica, macchinari per la lavorazione del legno, della plastica, della ceramica e dei metalli. Ed ancora macchinari per il packaging, attrezzature ed impianti per l’industria automobilistica, casseforme e macchinari per l’edilizia.


