Agricoltura Calabria

Toh, ora chi vuole raccogliere le olive c’è: «Ma la paga sindacale non gli basta, così è un ricatto»

Dopo l’articolo di LaC News24 sulle difficoltà di un imprenditore oleario della Sibaritide che non riesce a trovare operai per la raccolta imminente delle olive, si sono fatti avanti alcuni lavoratori pakistani che però pretendevano un salario più alto di quello previsto. L’interesse della stampa nazionale per la vicenda

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di Luca Latella
27 settembre 2023
06:30

Manca la manodopera in agricoltura – nonostante l’abolizione del reddito di cittadinanza – e la prossima campagna olearia, come quella agrumicola, potrebbe uscirne fortemente penalizzata nelle produzioni. Il caso sollevato nei giorni scorsi da LaC News 24 è, peraltro, giunto alla ribalta nazionale tant’è che le telecamere della trasmissione Mediaset “Diritto e rovescio” di Rete4 si sono recate quest’oggi a Corigliano Rossano, nell’azienda dell’imprenditore che ha rivelato tutte le sue preoccupazioni al nostro giornale.

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Dal caso-denuncia pubblicato domenica scorsa ad oggi, nel frattempo però, ci sono state delle novità. In peggio, poiché la vicenda è sembrata inasprirsi.


«Ho dovuto rispondere di no, perché mi sembrava una specie di ricatto»

Ed è sempre il produttore oleario, Tommaso Figoli, a raccontarcele. «Ho sempre detto che avrei pagato i lavoratori offrendo il contratto sindacale, contributi, diritti e dignità lavorativa. Dopo la pubblicazione del vostro articolo, e vi ringrazio per questo, sono stato avvicinato da un gruppetto di lavoratori stranieri, nel caso specifico pachistani, che proprio ieri hanno bussato alle porte dell’azienda per chiedere lavoro. Dopo i primissimi convenevoli, quando speravo di aver trovato manodopera, siamo giunti alle questioni economiche. Ebbene, mi hanno chiesto 70 euro al giorno; troppo rispetto alla paga sindacale che è di 48,10 euro giornalieri più i contributi, per un totale di 62 euro. Solo la manodopera qualificata, e quelle maestranze che si sono rivolte a me non lo erano, raggiunge quelle retribuzioni, circa 90 euro compresi i contributi previdenziali».

«Ho dovuto rispondere di no, perché mi sembrava una specie di ricatto che non voglio subire – evidenzia Figoli -. D’altra parte non mi conviene neppure economicamente pagare un salario più alto per un lavoro che prevede una retribuzione più contenuta»..

La questione, dunque, si fa sempre più ingarbugliata e tutto questo malgrado l’abolizione della misura «che in questi anni ci ha molto penalizzati perché la gente preferiva rimanere comodamente sul divano», ovvero il reddito di cittadinanza. 

Il produttore di Corigliano Rossano, come tanti altri imprenditori agricoli, anche nel campo dell’agrumicultura tanto diffusa nella Sibaritide, è fortemente preoccupato che le produzioni possano subire un forte decremento nelle produzioni e nei quantitativi, strette conseguenze della carenza di personale. Insomma, lo spauracchio più che concreto è che le olive, ma anche le clementine, i mandarini e poi le arance, possano rimanere a marcire sugli alberi, causando danni inimmaginabili all’economia calabrese.

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