No di banche e compagnie assicurative ad un ulteriore aggravio dell’Irap in manovra. Il Governo ha bisogno di recuperare soldi e chiede agli istituti finanziari di sobbarcarsi un sacrificio maggiore rispetto a quello strappato due settimane fa. Non più il 2% bensì il 2,5%. Per effetto di questa correzione al rialzo nel prossimo triennio le banche pagheranno il 6,70% (dal 4,65%) e le assicurazioni il 7,95% (dal 5,90%). L’aumento porterebbe nelle casse dello Stato circa 300 milioni, un terzo della somma necessaria per chiudere la manovra senza impegnare risorse proprie. Gli emendamenti segnalati sono poco più di 400 e ciascuno di essi prevede una proposta di modifica alla legge di bilancio che ha un costo. Si parla di uno sforamento di circa 1 miliardo rispetto al limite di 18,7 miliardi imposti dalla manovra. Nel vertice di ieri a Palazzo Chigi, Abi e Ania hanno espresso forti preoccupazioni per la decisione assunta dal Governo.

Al tavolo, insieme al vicepremier Antonio Tajani, a rappresentare l’esecutivo c’erano il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario per l’Economia, Maurizio Leo. I ministri hanno incontrato anche una delegazione di Confindustria guidata dal presidente, Emanuele Orsini. L’Abi è stata rappresentata dal direttore generale Marco Elio Rottigni, dal vicedirettore Camillo Venesio e dal vicedirettore generale vicario Gianfranco Torriero. A guidare la delegazione dell’Ania il presidenteGiovanni Liverani.  L’aggravio dell’aliquota Irap non dovrebbe riguardare i piccoli istituti finanziari.

Le associazioni di categoria hanno chiarito che la somma è riconducibile ad un giro d’affari così esiguo da non riuscire ad escludere e quindi a salvaguardare la più piccola delle casse rurali. Il settore assicurativo teme inoltre che finisca in manovra l’emendamento che aumenta, con effetto retroattivo di 10 anni, l’aliquota sulle polizze infortunio del conducente, portandola dal 2,5% al 12,5%, ed andando ad aprire un fronte del tutto nuovo: il recupero di tasse non riscosse per un valore di centinaia di milioni di euro. Trattativa tutta in salita, con il Governo in pressing su banche e assicurazioni. Abi e Ania hanno chiesto ai ministri di valutare l’ipotesi di chiedere sacrifici ad altri settori economici del Paese.