Sono oltre due milioni i lavoratori autonomi ed i professionisti interessati al provvedimento. Il Fisco conta di recuperare 1 miliardo di euro
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La commissione Finanze della Camera ha approvato l’emendamento al decreto fiscale che riapre la sanatoria per le partite Iva. Aderendo al concordato preventivo biennale 2025-2026 i lavoratori autonomi e i professionisti potranno chiudere i conti in sospeso per il quinquennio 2019-2023. Il testo del “ravvedimento speciale” approderà in aula, a Montecitorio, lunedì prossimo, per poi passare al Senato. La norma replica quella già sperimentata lo scorso anno. Sono 2,2 milioni i lavoratori autonomi ed i professionisti interessati dal provvedimento.
Il Fisco conta di recuperare 1 miliardo di euro. Chi aderirà per la prima volta al concordato avrà la possibilità di condonare le annualità comprese tra il 2019 e il 2023. Chi ha già aderito lo scorso anno potrà sanare il 2023. Gli importi da pagare in maniera agevolata variano a seconda delle pagelle fiscali di ciascun contribuente. Più alto sarà il voto riportato nell’indice sintetico di affidabilità fiscale del contribuente (Isa), minore sarà l’imponibile aggiuntivo applicato. L'emendamento stabilisce che la base imponibile Irpef è costituita dalla differenza tra il reddito d'impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e il valore effettivo incrementato per scaglioni.
Le aliquote previste dal DL fiscale
- del 5% per chi ha un punteggio di affidabilità pari a 10;
- del 10% per chi ha un punteggio da 8 a 10;
- del 20% per chi ha un punteggio da 6 a 8;
- del 30% per chi ha un punteggio da 4 a 6;
- del 40% per chi ha un punteggio da 3 a 4;
- del 50% per chi ha un punteggio inferiore a 3
L'imposta sostitutiva segue la stessa logica: chi ha un voto pari o superiore a 8 dovrà versare il 10% del reddito non dichiarato. Chi ha un voto compreso tra il 6 e l'8 salirà al 12% e chi non arriva al 6 dovrà pagare il 15%. L'aliquota Irap è invece uguale per tutti ed è pari al 3,9%.
Per il biennio 2021-2022, causa Covid-19, è previsto per ciascuna annualità un ulteriore taglio del 30%. In ogni caso, però, per le imposte sui redditi e per le addizionali, l’importo minimo non può scendere sotto i 1.000 euro.
Chi aderirà al concordato potrà versare quanto dovuto al Fisco dal primo gennaio al 15 marzo 2026 in un’unica rata o con il pagamento dilazionato in un massimo di dieci rate mensili.
Con il primo ravvedimento speciale l’Agenzia delle Entrate ha recuperato 1,26 miliardi. I contribuenti che hanno aderito sono poco meno di 188 mila.