Prioritaria per le aziende vitivinicole italiane la vendita diretta in cantina, assieme al comparto horeca (acronimo che significa ristorazione, hotellerie, cafè…). Lo hanno sancito, rispettivamente, l’84% e l’87% degli intervistati da Winemoniotor Nomisma. Hanno un peso minore, sempre secondo le imprese consultate, i negozi specializzati (67%), i grossisti e intermediari (61%), l’online (45%), la grande distribuzione (39%).

Vendita in cantina significa valorizzazione massima e strategica del territorio di appartenenza, del paesaggio, del contesto naturalistico, dell’attrattività che nasce da cultura, storia, identità. Ed è evidentissimo, ovviamente, anche il rapporto diretto con il turismo, per cui il vino traina i luoghi di riferimento e viceversa.

Il valore delle certificazioni nel percepito di produttori e consumatori”: è stato questo il tema dell’indagine sviluppata da Winemonitor Nomisma per Valoritalia, i cui contenuti sono stati diffusi a fine giugno 2025.

Ben 147 le interviste rivolte ad altrettante imprese vitivinicole italiane, supportate da mille confronti con consumatori italiani in un range tra i 18 e i 65 anni. La distribuzione geografica delle aziende alle quali è stato sottoposto il questionario, relativo agli anni 2023-2025, è stata così sintetizzata: 56% circa al Nord, 26% circa al Centro e 17% circa al Sud (media del periodo indicato). Il 10% delle imprese contattate aveva un fatturato attestato fino a 100mila euro, il 46% fino a 1 milione di euro, il 28% da 1 e fino a 10 milioni di euro, il 16% oltre i 10 milioni di euro.

Il campione di imprese che si dedicano alla produzione di uve e vini ha messo in evidenza che l’export rappresenta oltre l’80% del fatturato solo per il 7% degli operatori, mentre per il 25% delle cantine le vendite all’estero garantiscono appena “una parte del proprio fatturato”.

A quest’ultimo dato si aggiunge un 39% di imprenditori per i quali l’export viaggia tra il 20 e il 50% dell’intera attività commerciale annuale. Un ulteriore indizio, questo, che rafforza il legame con le regioni e le aree di provenienza di vitigni ed etichette.

Certo, sul fronte delle esportazioni occorre lavorare sodo per non perdere quote di mercato e per esplorare tutte le opportunità esistenti, con il fine di far trionfare ovunque anche il Made in Italy enologico. Ma tantissime cantine italiane individuano come risorsa strategica il territorio di appartenenza, con le vendite dirette in cantina, dove si propongono anche tour aziendali e visite guidate.

A pochi giorni dall’inaugurazione della seconda edizione del Vinitaly Sibari i dati emersi dall’indagine di Winemonitor Nomisma offrono interessanti spunti di riflessioni e danno ragione all’idea di investire molto, e in maniera sempre più ragionata e articolata, sulle caratteristiche uniche, distintive e non delocalizzabili di una Calabria dalle enormi potenzialità. L’enoturismo è una risorsa fondamentale.

--