Sono stati presentati questa mattina, nella Sala Monteleone della sede del Consiglio regionale a Reggio Calabria, i primi risultati della “La campagna dei diritti: salute e sicurezza nel settore agroalimentare”, alla presenza del segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. La campagna, lanciata a dicembre dello scorso anno, è un progetto ideato in collaborazione con Ital (Istituto tutela e assistenza lavoratori) con il coinvolgimento del Dimeila (Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro dell’Inail), e si propone di promuovere la tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori del settore agroalimentare.

«L’agroalimentare – ha spiegato in premessa Alice Mocci, segretaria nazionale Uila – è uno dei settori più esposti a una molteplicità di rischi, legati allo svolgimento delle diverse attività produttive, che sono però poco conosciuti o sottovalutati nella loro portata e potenziale pericolosità. Grazie a una metodologia di indagine scientifica innovativa e con l’ausilio di strumentazioni d’avanguardia, è stato possibile quantificare e misurare gli sforzi e la fatica di queste attività, al fine di rendere tutti consapevoli, lavoratori, aziende, istituzioni dell’importanza di questi rischi, della necessità di prevenire incidenti e malattie che ne possano derivare e, soprattutto, proporre soluzioni concrete per ridurre questi rischi».

Bombardieri: «Prevenzione? La Uil è un passo avanti»

«Noi continuiamo a lavorare in tutti i modi possibili per dimostrare che c'è un tema in questo Paese che riguarda la sicurezza sul lavoro – ha detto il segretario Bombardieri –. Crediamo che sia assolutamente intollerabile avere più di 1200 morti l'anno, una strage».

Ecco perché la necessità di uno studio e una campagna, approfondendo i temi legati all'agricoltura, e quali possono essere gli strumenti e le sperimentazioni che si possono fare per aumentare la prevenzione, «perché noi – ha continuato Bombardieri – proviamo sempre ad intervenire prima che ci sia l'incidente. È la dimostrazione che c'è tanto da fare, c'è tanto da fare non solo per quello che riguarda le organizzazioni sindacali, e noi lo facciamo, c'è tanto da fare per quello che riguarda il governo, le autonomie regionali, le controparti».

L'obiettivo ovviamente è quello di azzerare i morti sul lavoro. «Noi pensiamo che sia corretta la nostra campagna di zero morti sul lavoro ricordando che fra l'altro ogni anno ci sono cinquecentomila incidenti e permettetemi di ricordare – ha rimarcato il segretario generale – che quando ci sono queste tragedie poi rimangono anche le famiglie di chi perde la vita che spesso sono abbandonate. Abbiamo affrontato e ne stiamo parlando con il governo, c'è stata una prima apertura, però dobbiamo correre, perché se noi riusciamo ad intervenire per risparmiare una sola vita umana abbiamo già fatto una grande cosa».

Bombardieri insomma esalta la filosofia della Uil «sempre un passo avanti», ricordando che il sindacato ha cominciato la campagna “zero morti sul lavoro” cinque anni fa, ai tempi del Covid, quando tutti dicevano che non fosse il caso di parlare di sicurezza sul lavoro. Il segretario generale si dice poi certo che «sia necessario oggi utilizzare l'intelligenza artificiale per la prevenzione sulla sicurezza. Quindi anche la ricerca dimostra la voglia di sperimentare, di guardare avanti e anche nella metodologia, la capacità di questa organizzazione di essere al passo con i tempi e di guardare sempre un po' più avanti».

Mammuccari (Uila): «L’innovazione può mettersi al servizio del lavoro»

Per Enrica Mammuccari, segretaria generale Uila, la campagna è ancora più urgente «perché in agricoltura i lavoratori sono soprattutto lavoratori stagionali, circa novecento mila. Tra questi oltre un terzo sono lavoratori migranti che spesso non conoscono la nostra lingua e per i quali è necessario quindi anche in questo caso un ruolo proattivo del sindacato e anche di tutte le parti sociali per fare quell'alfabetizzazione della lingua italiana e più in generale l'alfabetizzazione dei loro diritti e delle loro tutele». Mammuccari si dice convinta che la campagna può dimostrare che la scienza, con le innovazioni tecnologiche e scientifiche che ha potuto portare avanti con la ricerca, può mettersi al servizio del lavoro.

«Oggi, così come sempre è stato nella storia dell'uomo, dobbiamo pensare a un'evoluzione positiva di un mercato del lavoro particolarmente fragile e vulnerabile. Sono anche molto contenta che mentre presentiamo i risultati di questa nostra campagna dei diritti che rientra anche un po' più in generale in quella che è la battaglia che la nostra organizzazione porta avanti con zero morti sul lavoro, posso poter affermare l'apprezzamento per l'introduzione proprio ieri sera all'interno del decreto dei comparti produttivi di una norma estremamente importante per i lavoratori agricoli e per i lavoratori stagionali».
Il riferimento è alla norma approvata ieri a Palazzo Madama che estende le tutele dell'ammortizzatore sociale anche ai lavoratori stagionali.
«Lo fa dinanzi a quelle che sono le cause di sospensione e riduzione dell'attività lavorativa imposte da quelli che sono gli eventi climatici estremi – ha chiarito Mammuccari – a partire dalle ondate di calore. Lo rivendicavamo da anni. Anche quest'anno, come anche altri anni, le temperature stanno diventando sempre più alte e svolgere un'attività faticosa con un fattore climatico così rischioso non poteva non mettere al centro la tutela della sicurezza che significa anche avere strumenti di ammortizzazione sociale che servono a dare risposte alle persone per quando non lavorano».

Munafò (Ital-Uil): «Il lavoro “buono” può esistere»

Elio Munafò, medico e componente Cts Ital-Uil ha il compito di spiegare gli aspetti di innovazione dello studio. «Uno è sicuramente l'aspetto strumentale, perché abbiamo esaminato i fattori di rischio, siamo partiti dai fattori di rischio per l'apparato osseomuscolare, quindi abbiamo misurato veramente con strumenti innovativi, scientifici e assolutamente accuratissimi lo sforzo muscolare delle persone. Questo perché abbiamo visto dagli studi che sono stati fatti, in particolare dall'Inail, che le malattie osteoarticolari sono le malattie più diffuse in questi lavoratori e possono nascere dal fatto di fare il sollevamento di pesi, dal fatto di fare movimenti di traino e spinta, dai movimenti ripetitivi degli arti, dal fatto di lavorare in posture sbagliate per il collo, per il tronco, per le ginocchia».

Ci sono quindi una serie di rischi di natura muscoloscheletrica su cui si è concentrata l’attenzione non limitando la ricerca a uno studio osservazionale, cioè a vedere come la posizione della testa, piuttosto che il carico incongruo, etc… : «Abbiamo utilizzato degli strumenti che sono quelli per esempio che si utilizzano per gli atleti. Abbiamo misurato l'impegno metabolico, lo sforzo cardiaco, l'impegno dei singoli muscoli attivati per fare determinate attività e abbiamo visto come veramente ci sia un impegno per questi lavoratori molto spinto. Abbiamo esaminato aziende che ci ha indicato l'organizzazione sindacale e che sono state disponibili a farci entrare insieme all’Inail con queste strumentazioni a parlare con i lavoratori, e quindi aziende sicuramente che sono rispettose della legalità, dei contratti e quant'altro. Sappiamo che non è questo l'unico mondo che abbiamo davanti, ma sappiamo anche che il lavoro buono in questo comparto, il florovivaistico, l'agricoltura, può esistere e quindi non c'è più nessun attenuante. La campagna Zero Morti su Lavoro – ha concluso Munafò – è una campagna che deve assolutamente portare a raggiungere questo risultato così importante».