Le analisi Ocse mostrano un sistema in forte sofferenza: tempi insostenibili, carenza di personale e disuguaglianze territoriali costringono i cittadini a rinunciare alle cure o a pagare sempre di più nel privato
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Il sistema salute italiano è in sofferenza. Servizi inadeguati e disuguaglianze tra le aree del Paese segnano un grave distacco dei cittadini dalla sanità pubblica. Le lunghe liste d'attesa rappresentano il principale ostacolo del sistema sanitario italiano, che ha costretto «oltre il 7% della popolazione a rinunciare alle cure mediche necessarie nel 2023». È quanto evidenzia l’Ocse nel quadro di analisi relativo all’Italia del rapporto “EU Country Health Profile”. L’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico denuncia che «una copertura pubblica relativamente bassa per i servizi ambulatoriali e odontoiatrici, che spesso porta i pazienti a pagare di tasca propria per un accesso più rapido ai servizi privati». «Questo - avverte l'organizzazione parigina - crea una forte disuguaglianza: nel 2024, gli adulti a rischio di povertà avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di avere bisogni di assistenza medica insoddisfatti rispetto alla popolazione generale». Secondo l’Ocse, la carenza di personale e le barriere di accesso, mettono a dura prova un sistema sanitario costretto ad affrontare crescenti pressioni dovute all'invecchiamento della popolazione, agli squilibri nella forza lavoro e alle persistenti disparità regionali. «La spesa sanitaria pro capite in Italia - si legge ancora nel report - è inferiore del 19% alla media Ue e mentre l'assistenza ospedaliera soddisfa la domanda, la copertura pubblica è scarsa per le cure ambulatoriali e dentistiche». Visite specialistiche e diagnosi non sono semplici da ottenere. Gli italiani sono così costretti ad moltiplicare gli sforzi economici per avere risposte mirate in tempi brevi. «Di conseguenza, la spesa a carico dei cittadini rappresenta quasi il 24% della spesa sanitaria, rispetto a una media del 15,5% nell'Ue».
Insieme alle lunghe liste d’attesa il sistema salute nazionale «soffre di un grave squilibrio nella composizione delle competenze», avvisano ancora dall'Organizzazione. «Nonostante l'Italia abbia un'alta densità di medici (5,4 ogni 1.000 abitanti), c'è carenza di infermieri: 6,9 ogni 1.000 abitanti, oltre il 20% sotto la media Ue. Inoltre – denuncia l’Ocse – in Italia il numero di laureati in infermieristica si è dimezzato rispetto alla media Ue dal 2020. Allo stesso tempo, oltre la metà dei medici di base supera il numero massimo di pazienti, soprattutto al Nord».


