Scarti di lino e seta trasformati in capi di alta moda: la storia della sartoria Giovinazzo di Locri

VIDEO | La giovane stilista: «Non buttiamo via nulla dai ritagli, anche minimi, che rimangono. Riusciamo a realizzare da fasce per capelli ad abiti veri e propri»

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di Ilario  Balì
4 luglio 2021
09:36

Vestire alla moda rispettando l’ambiente. È la filosofia portata avanti da una sartoria artigianale di Locri che dagli scarti di prodotti naturali come il lino e la seta, alcuni dei tessuti più nobili e antichi del mondo, riesce a dare vita a creazioni fatte a mano con passione e amore tra eleganza e sostenibilità, in un processo di riciclo che non determina effetti deleteri per l’ambiente.

«Non buttiamo via nulla – spiega Giorgia Giovinazzo – dai ritagli, anche minimi, che rimangono riusciamo a realizzare da fasce per capelli ad abiti veri e propri. Un capo artigianale è già di per sé sostenibile perché riesce a durare nel tempo, non si tratta di un abito che si acquista nelle grandi catene dei negozi e che rischia di rovinarsi dopo un paio di lavaggi. È vero, spendiamo poco e siamo contenti, ma il prodotto dura poco».


L’idea è diventata presto un brand vero e proprio made in Calabria, con tanto di e-commerce online. Mente del progetto “Branjou” è Giorgia, cresciuta con la passione per la moda sartoriale e studiosa dell’armocromia, la disciplina che aiuta a capire quale effetto cromatico dona maggiormente alla propria bellezza naturale. «Non solo il colore del tessuto – evidenzia Giorgia – ma anche il tipo di colore che si addice meglio alla conformazione fisica. Anche i più grandi stilisti, come il nostro Gianni Versace, hanno iniziato ad approcciarsi al mondo della moda passando per l’artigianato. Ho tanti progetti da realizzare in questo campo – chiosa - e spero di riuscire a coinvolgere ragazze e ragazzi che condividono come me questa passione».

Giornalista
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