È quanto emerge dai dati diffusi dalla Banca d’Italia. Le entrate provengono soprattutto da Germania e Spagna e dall’Asia. Intanto l’istituto avvia il riassetto delle proprie sedi, con la chiusura di due filiali
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Rallenta, rispetto al forte recupero del 2023 quando aveva segnato un +16,8% ma sale ancora la spesa dei turisti stranieri in Italia nel 2024, con un andamento che continua in crescita anche nei primi mesi del 2025. A raccontarlo sono i dati diffusi dalla Banca d'Italia. Il surplus ha raggiunto 21,2 miliardi di euro, pari all'1 per cento del Pil, come nel 2019
La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 5 per cento in termini nominali. Secondo i dati provvisori relativi al primo trimestre 2025, l'avanzo della bilancia turistica è stato superiore del 15% rispetto allo stesso trimestre 2024 con una crescita della spesa del 6,4%.
Secondo l'istituto centrale «sono aumentate soprattutto le entrate da alcuni paesi dell'area dell'euro, principalmente Germania e Spagna, e dall'Asia; per i viaggiatori provenienti dall'America, il contributo positivo dei turisti canadesi ha più che compensato quello negativo degli statunitensi».
La spesa dei viaggiatori italiani all'estero è cresciuta del 4,5 per cento in termini nominali, dello 0,9 per cento in termini reali. La spesa è aumentata soprattutto nei paesi dell'area dell'euro e per motivi di vacanza. Fra le aree geografiche gli analisti della Banca d'Italia sottolineano come «dopo le difficoltà create dalla crisi pandemica, il Centro Italia è tornato a essere la prima area geografica per entrate turistiche, con una quota pari al 27,4 per cento sul totale. Seguono il Nord-Ovest (26,0 per cento) e il Nord-Est (25,6 per cento), che l'anno precedente deteneva il primato. È ulteriormente cresciuta la quota della macroarea Sud e Isole, al 18,2 per cento (il valore più elevato dall'inizio delle serie storiche nel 1997, quando era circa il 10% per cento)».
Il riassetto territoriale
Novità, inoltre, per quanto riguarda l’organizzazione territoriale della Banca d’Italia, che ha avviato ufficialmente il piano di riassetto delle proprie sedi, riducendo il numero delle filiali da 38 a 36, «accompagnata da un ulteriore decentramento di responsabilità di vigilanza prudenziale, l'avvio del decentramento della vigilanza antiriciclaggio e di tutela della clientela bancaria e finanziaria».
Prende il via così il piano degli interventi per lo sviluppo delle funzioni e l'adeguamento degli assetti delle filiali della Banca d'Italia annunciato lo scorso gennaio dall'istituto centrale.
Al termine del progetto, sul territorio opereranno 36 filiali: 21 filiali nelle Regioni e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano «svolgeranno un ampio ventaglio di funzioni, altre 15 filiali opereranno con funzioni differenziate e centrate sul trattamento del contante» assicura la Banca.
«Tenuto conto delle evidenze riguardanti la riduzione dell'operatività e lo svolgimento di attività prevalentemente a supporto delle filiali regionali, le filiali di Brescia e di Livorno verranno chiuse. La banca, tramite le sedi di Milano e Firenze, continuerà ad assicurare il suo apporto alle comunità e alle istituzioni di questi territori».