Il sindaco Fiorita si è impegnato a portare in Consiglio una mozione per coinvolgere il presidente della Regione. Dopo la riunione con l’azienda, ora le sigle sindacali attendono il faccia a faccia con il Ministero: «Rimane con fermezza il nostro no alla cessione da parte di Tim»
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È fumata nera dal primo incontro sul destino dei lavoratori Telecontact, la società di telecomunicazioni che Tim ha dichiarato di voler cedere. «Abbiamo aperto una procedura di raffreddamento a livello nazionale, l’esame con l’azienda è stato negativo, quindi si attendono i prossimi incontri al ministero perché siamo contrari a questo tipo di operazione» ha dichiarato Andrea Ranieri, segretario generale Uilcom Uil Calabria.
A Catanzaro sono circa 500 i dipendenti che rischiano di perdere tutele lavorative. I sindacati puntano a creare una rete di relazioni istituzionali. Questo pomeriggio l’incontro in Comune con il sindaco. «Abbiamo avuto la promessa che il Consiglio comunale approverà una mozione per portare ad un ordine del giorno che coinvolga il presidente della Regione Calabria e cominciare a mettere in moto quel sistema di pressione che dovrà arrivare al ministero per lo Sviluppo economico. Riteniamo che la politica in questa vertenza possa svolgere un ruolo importante» ha aggiunto Saverio Ranieri, segretario generale Flc Cgil Calabria.
Dopo il primo incontro con l’azienda, adesso si attende il faccia a faccia al Ministero. «Rimane con fermezza il nostro no ad una cessione da parte di Tim di questa importante azienda che fino a qualche anno fa era definita come un fiore all’occhiello. Adesso il sentimento diffuso è di smarrimento e anche delusione» ha aggiunto Pierpaolo Pisano, segretario generale Ugl Telecomunicazioni Calabria.
«Oggi con questo incontro al Comune abbiamo voluto far capire l’importanza produttiva di Telecontact per la città di Catanzaro perché non si tratta più solo di una questione aziendale ma economica e sociale dal momento che le famiglie coinvolte sono circa 500 con incertezza per il nostro futuro occupazionale» ha concluso Eva Grande, rsu Fistel Cisl.


