Questa data cade sempre prima ogni anno, segnale inequivocabile di un sistema produttivo dal consumo insostenibile. Se vogliamo garantire un futuro vivibile, dobbiamo cambiare rotta. Servono politiche pubbliche coraggiose e investimenti nella transizione ecologica
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Oggi, 6 maggio, l’Italia segna una data drammatica: è il “Overshoot Day” nazionale, il giorno in cui il nostro Paese ha ufficialmente consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Da domani, l’Italia vivrà “a credito ecologico”, intaccando riserve naturali che non potranno essere ripristinate a breve termine, e contribuendo ulteriormente all’emergenza climatica globale.
Questa data cade sempre prima ogni anno, segnale inequivocabile di un sistema produttivo e di consumo insostenibile. Se tutta l’umanità vivesse come l’Italia, ci servirebbero quasi tre pianeti Terra per soddisfare i bisogni attuali. Un paradosso insopportabile, se si pensa che ne abbiamo solo uno, sempre più provato.
L’Overshoot Day non è solo una data simbolica, ma una vera e propria sveglia ecologica. Riflette il bilancio tra ciò che consumiamo — energia, cibo, acqua, suolo, materiali — e la capacità degli ecosistemi di rigenerare queste risorse. Quando il consumo supera la rigenerazione, si entra in una spirale di sovrasfruttamento che impoverisce l’ambiente, accelera la perdita di biodiversità e rende il clima sempre più instabile.
L’Italia, nonostante i segnali di allarme, continua a consumare come se le risorse fossero infinite: agricoltura intensiva, spreco alimentare, eccessiva dipendenza dai combustibili fossili, inquinamento e cementificazione sono solo alcuni dei fattori che alimentano questo debito ecologico.
Se vogliamo garantire un futuro vivibile, dobbiamo cambiare rotta — e farlo in fretta. Servono politiche pubbliche coraggiose e investimenti nella transizione ecologica: energie rinnovabili, mobilità sostenibile, economia circolare, tutela dei territori e riduzione degli sprechi.
Ma serve anche un cambiamento culturale. Ogni cittadino può contribuire: riducendo il consumo di carne, scegliendo prodotti locali e sostenibili, limitando l’uso dell’auto privata, tagliando gli sprechi domestici. È una sfida collettiva, che parte dalle istituzioni ma coinvolge tutti noi.
Ogni giorno di anticipo dell’Overshoot Day è un campanello d’allarme. Se continuiamo su questa strada, lasceremo alle generazioni future un pianeta impoverito, instabile e sempre meno abitabile.
L’Italia ha le competenze, le risorse e l’intelligenza per cambiare rotta. Ma deve agire ora. Continuare a ignorare questi segnali significa mangiare il nostro futuro — e quello dei nostri figli.