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Gotha, il volto segreto della ‘ndrangheta: ecco chi sono i riservati del crimine

Nella prima puntata del podcast dedicato alla sentenza del processo agli invisibili viene svelata per la prima volta la trascrizione una intercettazione in cui si fa riferimento alla “massoneria segreta”

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di Consolato Minniti
15 gennaio 2024
10:30

C’è un momento nel quale la ‘ndrangheta compie un definitivo salto di qualità, decidendo di infiltrarsi nei gangli vitali e negli apparati istituzionali dello Stato. È la nascita della Santa. La prima dote in assoluto che consente agli affiliati di intrattenere relazioni con appartenenti al mondo dell’imprenditoria, della politica e dello Stato. La ‘ndrangheta si salda, a partire dagli anni ‘70, con altre realtà collaterali: i movimenti politici eversivi della destra extraparlamentare, creando un connubio tra criminalità organizzata e terrorismo.

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È in tale periodo che si sviluppa l’esistenza di una struttura collaterale, riservata a pochi soggetti di identità occulta alla base. Essa è composta sia da appartenenti alla ‘ndrangheta tradizionale, sia da soggetti componenti la cosiddetta “zona grigia”, ossia professionisti, politici, esponenti delle forze dell’ordine e dei servizi deviati. Il livello di segretezza è elevato e trova humus favorevole nella massoneria e nelle logge massoniche spurie: è quello il luogo d’incontro privilegiato. «Il quadro che emerge dalle dichiarazioni dei collaboratori, e dai relativi riscontri – scrive il Tribunale – consente di affermare che la ‘ndrangheta ha interagito con strutture massoniche segrete, forze politiche extraparlamentari eversive, in un disegno comune che trova la sua origine nella contrapposizione allo Stato, con finalità di sopraffazione ed annientamento delle fondamenta ordinamentali dello Stato democratico».


Con la prima puntata del podcast andremo a comprendere meglio cosa siano effettivamente i riservati della ‘ndrangheta e lo faremo grazie al contributo di firme di prestigio del giornalismo d’inchiesta, ma anche attraverso le intercettazioni valorizzate in sentenza. Su tutte, una in particolare risalente al 2002. Il perito trascrittore, nominato dal Tribunale, per la prima volta riesce ad ascoltare il contenuto di una conversazione, in passato rimasta incomprensibile, tra l’avvocato Paolo Romeo, ritenuto il vertice della masso-mafia, e l’allora sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, non indagato nell’inchiesta. In questo contesto i due discutono proprio della massoneria segreta. È un passaggio fondamentale che, a giudizio del Tribunale, riscontra il narrato dei collaboratori di giustizia.

È una puntata fondamentale per comprendere il contesto nel quale si svilupperà la narrazione dei personaggi principali del processo. 

Giornalista
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