Nella serie Omicidio a Easttown il ritratto spietato di un'America senza più stelle

Una Kate Winslet straordinaria nella miniserie targata Hbo in onda su Sky Atlantic che racconta il buio profondo che nasconde la terra delle opportunità

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di Alessia Principe
3 luglio 2021
13:10

La luce delle lampadine economiche che penzolano da appendici sottili, il buio dei seminterrati con le scale pericolanti e l’accumulo seriale di paccottiglie, in mezzo niente, la zona più nera, dove si agitano le mani nodose della vecchiaia che puzza di birra da due soldi comprata a pacchi da dodici. Ecco l'America che non si deve sognare. Ecco l'America vista da svegli, un viso con troppe rughe addosso, la tosse grossa, i bozzi in testa. Il resto, mancia.

Sta stretta in una coda raccolta indietro, senza cura, con il biondo della tinta trascurato che segna il nero della radice, i giacconi ingombranti, gli stivalacci, l’aria grigia, lo scotch sempre sul tavolo, un pessimo scotch, nascosto da una busta di cartapaglia. È tutta lì la terra delle opportunità, il sogno costruito per mascherare il terrore, nelle miserie delle cittadine disperse nei giganteschi spazi che separano i piccoli centri, nel mezzo il deserto, nel mezzo le lingue d’asfalto e un drugstore col vecchio che si dondola sputando tabacco mentre inveisce contro il socialismo.


Rabbia e scotch

Stati Uniti, un cumulo di polvere da sparo che inebria le narici. Milioni di solitudini chiuse nei salottini delle case a due piani, con la rimessa che va sistemata, le staccionate schiodate, la rabbia, le vestaglie di flanella, la pessima colonia, i funerali e, dopo, il giro di condoglianze con l'insalata di patate fredda presa a cucchiaiate e i bambini che salgono e scendono dalle scale.

“Omicidio a Easttown” riesce a dipingere perfettamente la bolgia dell’accidia americana, velata dalla quotidianità innocua. Sotto il marcio putrescente che sale a sera a spugnare i quartieri, i fine settimana scivolati a ordinare pizze, riempire i sacchi d’immondizia, a nascondere e nascondersi.

Divisa in sette puntate, in onda su Sky Atlantic, la serie Hbo creata da Brad Ingelsby e diretta Craig Zobel ruota intorno a una protagonista che da sola vale tutta la visione: Mare Sheehan, interpretata da Kate Winslet qui al massimo del fulgore.

Meridiani infernali di sangue e latte

A Easttown la comunità si sveglia una mattina con un corpo abbandonato tra le rocce del fiume. È una ragazzina, tutti la conoscono perché tutti conoscono tutti lì. Si tratta di Erin McMenamin. Qualcuno l’ha uccisa abbandonandola nella notte della Pennsylvania, rendendo orfano il suo bimbo di pochi mesi. Al detective Mare Sheean, Miss Lady Hawk, viene affidato il caso. E Mare indaga, lo fa fino in fondo, nuotando tra i suoi fantasmi personali che vogliono tirarla giù, in un posto dove fa freddo e non c’è perdono per gli errori commessi.

Easttown è il palcoscenico ideale della narrazione, è la cittadina “apparentemente tranquilla”, dove non succede mai niente, dove i vicini chiamano la polizia perché il cane accanto non la pianta di abbaiare, dove i ragazzi si spaccano il fegato e il cervello con droga e alcol, dove chi parte per il college spera di non rimetterci mai più piede, e spesso è così. È luogo dell'anima di scrittori e registi americani, che hanno montato capolavori filmici e letterari su quei non-luoghi che rigurgitano storie d'infanzia menomate dalle botte di padri spiantati e madri ubriache. 

In quei meridiani americani si consuma uno scambio osmotico di tossine, ed è continuo: le famiglie diventano luoghi malsani e i luoghi modellano le persone che ci abitano scavando i volti e svuotandoli di gioia. La noia pulsa di cattiveria, violenza, noncuranza, l’amore è un poster strappato sulla Statale. In questi gironi le vite sono stracci unti di grasso con cui si lavano mani ancora più sporche, il buono diluisce e scompare, restando un aroma sullo sfondo. Se anche una luce si accende, scappa via, nella notte a cercar riparo, a nascondere le cicatrici sperando che nessuno le veda.

Ecco l’America, del sangue sulle strade e del latte nei cartoni, delle persone scomparse, dei revolver nella scatola sull’armadio, che risucchia chiunque in un crepaccio dove non ci sono strisce a cui aggrapparsi e nemmeno stelle da guardare prima di dire addio.

Giornalista
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