La rubrica

Serie tv, dove eravamo rimasti. Da “La casa di Carta” a “Nine Perfect Strangers”

La gran corazzata delle piattaforme si prepara all’autunno-inverno e in attesa del bello che deve ancora venire ecco uno zapping tra le serie del momento

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di Alessia Principe
16 settembre 2021
12:09

La pausa estiva ha permesso di recuperare il tempo perso a causa del Covid che ha fatto saltare set, seguiti e nuovi progetti. Intanto le piattaforme (ma quante sono!) hanno avuto il tempo di lanciare scampoli di antipasto per i mesi del divano e della pioggia. Arriveranno a novembre il finale di Gomorra, il seguito di Succession, la serie su Il signore degli Anelli (Amazon production) e soprattutto "House of Dragon" il prequel del "Trono di Spade" che atterrerà sui nostri schermi, a volo di drago, l'anno prossimo. Ma vediamo dove eravamo rimasti.

La casa di Carta, ci sarà il capitolo 6?

Sicuramente qualcosa si è mossa dalle parti de “La Casa di carta”, regalo di Netflix ai vacanzieri di ritorno. L’ultima stagione, per gli amanti della cricca spagnola del professore, s’è bevuta in un attimo rimandando gli ultimi sviluppi al 3 dicembre per la chiusura della pratica. Ce ne saranno altri di capitoli? Ma la vera domanda è: ne sentiremo il bisogno? Comunque pare che sia finita per davvero, la banda ha dato tutto quello che poteva dare e se qualcosa si porterà a casa, meglio che se lo goda in santa pace.


Nine Perfect strangers, una vacanza per evadere

Nicole Kidman, in versione «splendido unicorno», affusolata, con ciuffi platino sul petto e quella bocca paperinizzata da troppe (e inutili) punture, ha accolto i suoi nove ospiti a “Tranquillum” in “Nine Perfect strangers”, la serie che Amazon Prime ha lanciato da poche settimane. Un gran bel posticino questo resort, in cui le insalate di avogado sono sostituite da generosi frullati a base di droghe e allucinogeni. Quella che si dice una vacanza per evadere dalla realtà. Un bel cast (Michael Shannon sempre bravissimo) per una storia che se anche non è un capolavoro, si segue con piacere. La classica serie da pomeriggio. Finisce la stagione e non te ne accorgi, ricomincia e la guardi. Così. Indolore.

La storia di Lisey, accendete la luce!

Aumentate la luminosità del televisore se volete tuffarvi in “La storia di Lisey”, questa volta siamo dalle parti di Apple tv per la serie tratta da un romanzo di Stephen King, che ne ha curato l’adattamento per lo schermo (ahi!). In due parole: un’occasione persa. Dopo il flop di “The Stand” portato sullo schermo di StarZPlay (un sacrilegio a paragone del capolavoro di romanzo da cui è tratto) al momento l’unico King televisivo che non ha deluso di recente è “The Outsider”.

Sbagliare “La storia di Lisey”, con quel cast e un buon regista era un’impresa ardua. Riuscita.

Julianne Moore non sembra lei, tanto le tocca sgranare occhi di continuo, Clive Owen con la tinta fresca, è sperduto e confuso, il montaggio pare frutto di un lancio casuale di sassolini. Insomma, non vale tanto la pena addentrarsi. La serie è diretta da quel Pablo Larrain che a Venezia ha presentato il cupo “Spencer”, l’ennesimo film sulla principessa Diana (che a numero di adattamenti se la gioca con Pinocchio). Nella serie il buio è pressoché assoluto, per descrivere l’oscurità dei personaggi, Larrain si affida a una fotografia di poche e fioche luci da un briciolo di watt ciascuna che, senza un televisore adatto a codificare il 4K Dolby Vision, costringe ad avvicinarsi allo schermo per distinguere le sagome e chiedere di continuo: chi ha parlato? Che è successo? Dov’è? Una serie che potrebbe essere stata girata tranquillamente nel bagno di casa. A luci spente, ovvio.

Billions, il ritorno del financial drama

Finalmente. Si è fatta attendere, causa Covid, ma l’ultima stagione di Billions, su Sky adesso, sbroglierà alcune faccende rimaste in sospeso nell’eterno duello tra il miliardario Axelroad e il giustiziere (ma neanche tanto) Chuck Rhoades, in un financial drama scritto e diretto davvero come si deve. Nella serie, creata dal Neil Burger di Limitless e Divergent, c’è l’alito della strage dell’11 settembre che ha dato vita alla carriera del miliardario Bobby “Axe” Axelrod (Damien Lewis) - costruita sulle speculazioni del suo fondo finanziario - inseguito dal procuratore federale Chuck Rhoades (Paul Giamatti, attore talentuoso e iperproduttivo in attesa di consacrazione) deciso a incastrarlo ma non senza qualche remora. Da godere tutta.

 

Giornalista
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