La recensione

“Tredici vite” il disaster di Ron Howard che vi terrà incollati alla sedia

Ispirato a un vero fatto di cronaca avvenuto nel 2018 che ha tenuto il mondo col fiato sospeso, il film è il prodotto di punta Amazon per questo mese di agosto

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di Alessia Principe
13 agosto 2022
07:40

In quest’estate ottobrina, l’esclamazione che corre in bocca in bocca, tra clausure forzate da Covid e temporali che tossiscono la loro presenza con tuoni fin dall’alba, è: «Beato sia chi ha inventato lo streaming». Amen. Unica consolazione per trascorrere il tempo, mentre alle finestre batte la tempesta neanche fossimo alle porte di Natale, è scorrere il catalogo dei colossi dell’on demand e scegliere come consumare il pomeriggio e la sera (prima di dare il cambio, a intervalli, a una mano di burraco o poker).

E in soccorso al turismo bagnato (ma poco fortunato) ci ha pensato Amazon Prime Video, che proprio ad agosto ha lanciato sulla piattaforma un film da non farsi sfuggire: “Tredici vite”, per la regia di Ron Howard.


Se si preferisce trascorrere una serata in piacevole allegria, non è quello che fa per voi. Se amate il relax, le commedie tutto pepe o quelle romantiche da cariare tutti i denti, non fa per voi. Se invece appartenete alla categoria alternativa, che non teme di stringere i denti e massacrare la mano del vicino, accomodatevi in poltrona o sul letto e avviate queste due ore abbondanti ad altissima tensione.

Premessa. Ron ha fatto un disaster movie (o rescue movie) con i controfiocchi. Ha voluto davanti alla macchina da presa un bel duo, Viggo Mortensen e Colin Farrell, che cucinano a puntino una storia ispirata a fatti realmente accaduti (inutile dirlo ma questo avviso dona sempre un’aura di fascino in più). Se avete vaghi ricordi della storia non cedete all’uso di Google ma lasciatevi trasportare dalle violente correnti sotterranee thailandesi. 

I fatti (ma senza spoiler)

Tutto comincia nella provincia thailandese di Chiang Rai, quando una squadra di calcio di ragazzini (il più giovane ha 11 anni, il più vecchio 13) decide di infilarsi nel ventre della montagna Tham Luang Nang Non per festeggiare il compleanno di uno di loro. È una pratica familiare, il gruppo conosce ogni anfratto e spunzone di quell’immenso gigante di pietra sorvegliato da una divinità thai. Purtroppo proprio quella sera, piogge abbondanti iniziano a colpire la regione. I monsoni decidono di frustare il territorio con due mesi di anticipo, rendendo impossibile l’uscita dalle grotte.

I soccorsi del luogo non riescono a entrare e salvare i 12 ragazzi e il loro allenatore appena ventenne, a causa delle forti correnti che battono i cunicoli completamente sommersi. Mentre a valle si tentano di arginare le infiltrazioni d’acqua, nel quartier generale ci si affida all’esperienza di Vern Unsworth che chiama due sub inglesi esperti di salvataggi in grotta e membri del British Cave Rescue Council: John Volanthen e Rick Stanton. La situazione che trovano i due quando giungono sul posto è davvero disperata ed è allora che Stanton si gioca la carta più audace, quella che forse nessun altro avrebbe osato.

Il doc e il podcast da recuperare

Il film di Howard ha il grande pregio di essere costruito davvero ad arte senza cedere troppo alle iperboli dell’eroismo made in Hollywood: non ci sono sbavature o eccessi, se in qualche momento la bilancia pende verso gli eroi venuti dall’esterno a salvare la situazione che i Navy Seals thailandesi non riuscivano a gestire, è un peccato perdonabile che si può concedere senza tanti drammi. Tutto scorre in modo abbastanza discreto, sobrio, senza isterismi.

L’uso dei suoni è magistrale e non si sente la mancanza di facili orchestrazioni sinfoniche da disaster classico. Il resto lo fa una fotografia asciutta, una recitazione essenziale e un montaggio da manuale. Su questa storia esiste anche un documentario di Nat Geo del 2021 dal titolo “The Rescue”, una miniserie Netflix e una serie di podcast (da recuperare ma dopo la visione del film).

«Non volevo che Viggo si prendesse tutta la gloria» ha detto Colin Farrell in un’intervista spiegando che neanche lui ha usato una controfigura per le scene in acqua. «Ci sono stati un paio di momenti di panico durante le riprese sott’acqua in cui ho dovuto dirmi: “Rilassati, mantieni la calma, stai bene. Non c’è nulla di cui preoccuparti. La vasca è a posto, è piena al 60%. Respira piano e andrà tutto bene”».

 

Giornalista
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