Estorsioni e droga, così il boss Puglisi comandava il clan dal carcere: 20 arresti

Colpita un'organizzazione criminale legata a Cosa nostra catanese, rappresentata dalla cosca Santapaola-Ercolano. L'ergastolano, prima di essere posto al 41 bis, gestiva i suoi affari dal penitenziario 

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di Redazione
3 giugno 2020
07:46
La cella di un detenuto (foto da agi)
La cella di un detenuto (foto da agi)

Dal carcere l'ergastolano boss Pietro Puglisi, genero dello storico capomafia deceduto Giuseppe Pulvirenti, detto 'U Mappassotu', prima di essere posto al 41 bis, dava ordini sulla gestione del clan che aveva la sua base a Belpasso, una volta Malupasso, come è stata denominata l'operazione, ma che si estendeva a diversi vicini paesi etnei.

È quanto emerge dall'operazione in corso dei carabinieri del comando provinciale di Catania che, su delega della Procura Distrettuale etnea, stanno eseguendo su tutto il territorio nazionale un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nei confronti di 20 persone. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L'organizzazione colpita dall'operazione è legata a Cosa nostra catanese rappresentata dalla cosca Santapaola-Ercolano ed era guidata dalla 'famiglia' di Pietro Puglisi.


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