La scuola comincerà alle 16. Così pure gli uffici pubblici che poi chiuderanno alle 23. Nessun lavoro manuale sarà consentito tra le 10 e le 16. Le città cambieranno completamente volto: durante le ore centrali diventeranno sempre più deserte, e si riempiranno di vita soltanto dopo il tramonto.

Sarà questo l’effetto più visibile della grande rivoluzione climatica. E non servirà un mago per prevederlo. Sarà una certezza, e resterà solo da capire se avverrà nel giro di pochi anni o di qualche decennio. Ma ormai il destino delle nostre città è segnato.

Non è un racconto di fantascienza. Il clima non sarà più solo un tema da conferenze internazionali o da accordi mai rispettati. Sarà la causa principale della trasformazione sociale e culturale delle nostre vite. Il nuovo, invisibile architetto della nostra quotidianità.

L’aumento insostenibile delle temperature costringerà i governi a ripensare completamente il modello di società, il sistema del lavoro, il tempo libero. Le scuole adotteranno orari serali per evitare che bambini e ragazzi restino esposti al sole nelle ore più calde. I genitori lavoreranno secondo turni spezzati che andranno dal tardo pomeriggio alla notte, con trasporti pubblici riorganizzati e servizi digitali potenziati. Aumenterà notevolmente il lavoro a distanza.

Lavorare sotto il sole cocente tra le 10 e le 16 diventerà illegale, almeno nei mesi da maggio a settembre. Operai, muratori, agricoltori si muoveranno all’alba o dopo il tramonto, spesso assistiti da moderne tecnologie e tute refrigerate. Ma i ritmi saranno più lenti, le pause obbligatorie, il rendimento sarà inevitabilmente in calo.

Le città del futuro, come dimostrano già alcune zone del Sud Italia, dell’Africa e del Medio Oriente, non vivranno più di giorno. Durante il giorno le strade si svuoteranno, i parchi verranno chiusi, i negozi abbasseranno le saracinesche. La vita tornerà a farsi sentire popoleranno nel tardo pomeriggio, sarà una “vita notturna-diurna”: mercati aperti fino alle 2, concerti, spettacoli e sport solo di notte. Molte attività produttive saranno possibili solo all’alba.

Le abitazioni verranno riconvertite: tetti verdi, isolamento termico molto potente, stanze refrigerate con pannelli solari e sistemi di ventilazione rinforzati. In alcuni casi si scaveranno locali sotterranei dove rifugiarsi nelle ore più torride. Nelle città costiere la vita sarà totalmente rivoluzionata, anche perché l’aumento del livello del mare renderà impossibile vivere lungo le coste.

Così, alla fine, la stupidità umana, che per decenni aveva respinto ogni ipotesi di mutamento climatico, si ritroverà a dover fare i conti con un disastro naturale e ambientale dalle conseguenze inimmaginabili. E ad essere colpita sarà soprattutto la salute dell’uomo, che inevitabilmente non sarà mai più la stessa. Il rischio di una forte riduzione dell’aspettativa di vita diventerà concreto.

Il cambiamento climatico non solo modificherà l’economia e gli spazi urbani, ma anche le relazioni umane. Le persone si incontreranno raramente e molto rapidamente. Il tempo della notte diventerà il tempo della comunità. Ma non sarà così per tutti. Gli anziani soffriranno di più, isolati nei loro appartamenti, spesso senza aria condizionata a sufficienza. I poveri pagheranno il prezzo più alto: nuove malattie e virus totalmente sconosciuti faranno molte vittime fra i più deboli.

Le industrie ad alta intensità energetica lavoreranno solo 4 ore a notte, sfruttando i picchi di energia prodotta da fonti rinnovabili. L’agricoltura si sposterà in serra o in ambienti controllati. Il turismo sarà possibile solo per alcune settimane all’anno. Le imprese che sapranno adattarsi prospereranno. Le altre soccomberanno. La resilienza diventerà un parametro economico. Vivremo un tempo in cui l’idea stessa di “giorno” e “notte” verrà ridefinita. Il clima riscriverà la cultura e le abitudini dei popoli.

Sarà l’alba di una civiltà nuova, costruita non più intorno al sole, ma contro il sole. Ma quanto potrà resistere l’uomo in tutto questo? Chi nascerà oggi crescerà in un mondo dove l’orario scolastico pomeridiano e il lavoro notturno non saranno più anomalie, ma la regola. Dove le vacanze si faranno nei mesi invernali. Dove la meteorologia diventerà una scienza politica. Non ci saranno più le stagioni che l’uomo ha conosciuto per secoli. Ma, più drammaticamente, non ci sarà più neanche la vita di una volta, lo stesso cibo di sempre, le storiche abitudini. E noi non ci saremo preparati a sufficienza per affrontare questa rivoluzione.