Covid, il governo Draghi accelera sul nuovo dpcm. Il Cts: «Variante inglese cresce, prudenza»

A sostegno di riaperture e lockdown mirati, il leader della Lega, Salvini. Il presidente dell’Emilia Romagna: «Ragionevole dare respiro a qualche attività»

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di Redazione
24 febbraio 2021
07:40

Il governo accelera sul nuovo dpcm con le norme anti-contagio da Covid. Una riunione del premier Mario Draghi si è tenuta nella tarda serata di ieri con i ministri sul dossier Covid.

Coinvolgere il Parlamento nell'adozione dei futuri provvedimenti anti-Covid. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende, l'intenzione manifestata da diverse componenti del Governo, che starebbero pensando quindi a un superamento dei Dpcm, modalità adottata finora per l'introduzione delle misure restrittive. L'ipotesi per il futuro - in questi casi - potrebbe quindi essere l'approvazione di decreti legge, che vanno poi convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni.


La variante inglese

Oltre il 30% delle infezioni Covid in Italia è dovuto alla variante inglese. Il dato è stato fornito dagli esperti dell'Istituto superiore di Sanità e del Cts con il premier Mario Draghi. Secondo gli scienziati, verso la metà di marzo la variante sarà predominante in tutto il Paese. Nel corso dell'incontro, inoltre, il governo ha chiesto valutazioni sulle misure da adottare e gli esperti avrebbero ribadito i rischi legati a possibili aperture.

La posizione del Cts

«Ascolteremo il presidente. Noi diremo che serve la linea della prudenza. Questo si». lo spiega il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, interpellato prima di entrare a Palazzo Chigi. Le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico non cambiano rispetto alle scorse settimane, soprattutto alla luce degli sviluppi delle nuove varianti del virus. È quanto si apprende da ambienti del Cts, che nei giorni scorsi aveva già messo in guardia dai rischi di ulteriori contagi che potrebbero arrivare da eventuali riaperture di impianti da sci, palestre o cinema. I tecnici sono stati ora invitati a Palazzo Chigi, in vista dei prossimi provvedimenti che saranno assunti dal Governo.

Le riaperture

Salvini, che ha visto per mezz'ora il premier Draghi, insiste: «Abbiamo parlato di riaperture. Se c'è un problema a Brescia - ha spiegato - intervieni in quella provincia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita. Se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli. Se i ristoranti sono sicuri a pranzo allora lo sono anche a cena. E la riapertura di teatri, cinema, realtà sportive, palestre e piscine è un ritorno alla normalità». Il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, definisce "ragionevole" la richiesta di Salvini con l'obiettivo di «dare ossigeno a qualche attività». Voglia di riapertura è stata espressa da diversi ministri, di vari partiti, anche dal dem Franceschini, con Gelmini ad auspicare il sostegno con adeguati ristori per le attività che dovessero rimanere chiuse.

Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto recante "ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19" che è stato varato ieri dal Consiglio dei ministri. Lo si è appreso al Quirinale.

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