L'ultimatum di Conte e quei malumori nella Lega e nel M5s

Della situazione politica ne approfitta l’opposizione. Per i dem è crisi di governo mentre il centrodestra invoca il ritorno alle urne

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4 giugno 2019
10:12

L’ultimatum di Giuseppe Conte alla maggioranza («Se non avrò risposte chiare, rimetterò il mandato al Colle»), com’era prevedibile, ha creato diversi malumori ad entrambi i partiti al governo secondo i quali il premier si è rivolto al Paese per «tutelare la sua personale credibilità», per difendere se stesso e la sua immagine davanti ai cittadini più che per 'salvare' il governo. E così la risposta dei due vice premier Di Maio e Salvini, affidata ai social, non si è fatta attendere.

La proposta del "leale" Di Maio

Di Maio, in difficoltà dopo il crollo elettorale alle Europee ma riconfermato alla guida del Movimento con l'80% del voto degli iscritti a Rousseau, ha replicato al discorso del premier sostenendo che il M5s intende andare «avanti con lealtà e coerenza. Dobbiamo cambiare ancora tante cose». Il Ministro dello sviluppo economico e del lavoro, ribadendo la lealtà del Movimento al Governo, ha chiesto «subito un vertice di governo in cui vogliamo discutere insieme la revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax; il salario minimo orario per i lavoratori italiani; il provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli». Inoltre il ministro pretende «due cose importanti dal punto di vista umano»: che «finiscano gli attacchi ai ministri del M5s, rispettando il lavoro di ognuno e» che non si propongano «temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto».


Salvini: «Non ho intenzione di far cadere il governo, ma...»

Stesso ritornello, o quasi, in casa Lega. In un post su Facebook, diffuso mentre Conte ancora stava parlando, Salvini ha risposto piccato all'appello del premier. «Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica», sono le parole del ministro dell’Interno. «L'Italia dei 'sì' è la strada giusta. "Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, decreto sicurezza bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell'austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi", sono le priorità da lui indicate. Il timore dei 5 stelle - rimarca - è di rimanere prigionieri del 'racconto' costruito dal segretario leghista che li dipinge come "l'Italia dei 'no'».

 

«Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare», ha detto poi Salvini questa mattina ad Rtl sottolineando che sullo sblocca cantieri «non è la Lega ma il Paese che ha le idee chiarissime. Bisogna dunque resettare il codice degli appalti - conclude Salvini - aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia». «La mia volontà c'è ma se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema».

Le risposte dell'opposizione

Sul “rimprovero” ai partiti di maggioranza gongola l’opposizione. A cominciare dal Partito Democratico che, mentre Conte teneva ancora la conferenza stampa a palazzo Chigi, già parlava apertamente di "crisi" e chiedeva al premier di presentarsi davanti al Parlamento. «Le sue parole hanno aperto ufficialmente la crisi di Governo», ha affermato il capogruppo dem Graziano Delrio. Per il segretario Pd, Nicola Zingaretti, «Ha ammesso la paralisi, il disastro e il fallimento del suo governo che noi denunciamo da settimane». Il leader dem ritiene quindi che il premier debba presentarsi in Parlamento e verificare se ha ancora la fiducia: «Conte vada in Parlamento a raccontare la crisi che ha evidenziato oggi e verifichi se ha ancora una maggioranza che lo sostiene alle Camere».
Giudizi pesanti nei confronti dell'inquilino di palazzo Chigi arrivano anche dalle altre forze di opposizione. Per Forza Italia il governo è giunto al capolinea. «Invece di chiarirsi faccia a faccia coi suoi vicepresidenti, Giuseppe Conte ha convocato una conferenza stampa per chiedere a loro se intendono proseguire con l'esperienza di governo o meno. È chiaro a tutti gli italiani che questa esperienza di governo è arrivata al capolinea», sentenzia Berlusconi che 'invoca' le urne: «Noi siamo pronti», garantisce, assicurando la vittoria del centrodestra.

Gli fa eco la presidente di FdI Giorgia Meloni: «Governo alle prese con il 'Gioco del cerino' tra Conte, Lega e M5s per vedere a chi affibbiare la responsabilità di far cadere il Governo prima di dover affrontare la legge di Bilancio». Anche Liberi e Uguali chiede che la crisi di governo venga parlamentarizzata e che il premier parli alle Camere. Dello stesso avviso il segretario del Psi, Enzo Maraio: «Il presidente del Consiglio, parlando oggi agli italiani ha aperto ufficialmente una crisi extraparlamentare. I continui litigi e prevaricazioni da parte dei suoi due vice premier non consentono più di svolgere una azione di governo a favore degli italiani. Ora riferisca in Parlamento quanto prima».

 

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