Strangolata e decapitata Denisa Paun, poi l’ammissione di un altro omicidio quello Ana Maria Andrei, 27 anni, escort scomparsa nel 2023. Frumuzache ammette tutto e indica i luoghi dei cadaveri. La caccia ai suoi segreti prosegue in Toscana e in Sicilia, dove aveva vissuto fino al 2022
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Non si ferma l’orrore che circonda Vasile Frumuzache, la guardia giurata romena di 32 anni che ha confessato l’omicidio della connazionale Denisa Paun, 30 anni, uccisa nella notte del 15 maggio in un residence di Prato e trovata cadavere a Montecatini Terme. Ora, davanti alle domande sempre più pressanti degli inquirenti, il killer ha confessato un secondo delitto: Ana Maria Andrei, anche lei escort, scomparsa a fine luglio dello scorso anno insieme alla sua Bmw rossa.
«Abbiamo discusso, l’ho accoltellata», ha detto Frumuzache nel corso di un interrogatorio che ha gelato i presenti. «Poi l’ho lasciata nello stesso campo dove ho abbandonato Denisa». E in effetti, proprio lì, nel terreno isolato e sterrato di Montecatini Terme, i carabinieri hanno trovato resti umani e una parrucca. Ma il sospetto che la violenza di Frumuzache non si fermi qui è sempre più forte.
Tutto è iniziato grazie all’intuizione di un carabiniere durante un’ispezione nella proprietà del killer a Monsummano Terme. In un capanno blindato, il militare ha notato una Bmw verniciata di scuro, ma sotto la vernice era ancora visibile il colore rosso. Era la stessa auto su cui viaggiava Ana Maria quando di lei si erano perse le tracce, nell’estate del 2023. «Era come se il destino avesse lasciato un segnale: il colore originale dell’auto», raccontano gli investigatori.
A confermare il quadro c’è stata poi una telefonata partita dal cellulare di Ana Maria, pochi istanti prima dell’omicidio di Denisa. Una chiamata diretta proprio al numero di Frumuzache. «Non so perché l’ho fatta – ha provato a spiegare lui – avevo bruciato il suo telefono, ma conservato la scheda». Una spiegazione confusa, che lascia intendere quanto la mente dell’uomo sia ancora avvolta in zone oscure.
Ma c’è un dettaglio che inquieta più di tutti: il coltello da cucina che Frumuzache ha detto di aver portato con sé anche la notte in cui ha ucciso Denisa, lo stesso coltello che avrebbe già usato con Ana Maria. Un feticcio, un simbolo macabro di una violenza che sembra seguire un rituale oscuro. «Non l’ho usato», ha aggiunto in modo evasivo. Eppure i carabinieri, coordinati dal procuratore Luca Tescaroli, sono convinti che quell’arma sia la chiave per svelare la portata della sua follia.
Le indagini si allargano. Non più solo la Toscana: si passa al setaccio ogni denuncia di scomparsa presentata negli ultimi sette anni, non solo nel Pistoiese ma anche in Sicilia, dove Frumuzache aveva vissuto fino al 2022. Si teme che ci siano altre donne, altre storie di sangue. «Potremmo trovarci davanti a un serial killer», mormora chi indaga.
Intanto, Frumuzache resta in cella, apparentemente tranquillo, come se la violenza fosse ormai un capitolo chiuso. Ma la sua confessione e i particolari agghiaccianti che ha fornito raccontano di un uomo che non si è fermato davanti a nulla: Denisa, strangolata e decapitata con una precisione che ha fatto rabbrividire anche i più esperti, e prima ancora Ana Maria, accoltellata e lasciata a marcire nello stesso campo.
In paese, a Montecatini e a Monsummano, la gente parla a bassa voce. C’è chi lo aveva visto portare a spasso i figli, chi lo descriveva come “uno tranquillo”, ma ora le paure si moltiplicano: «E se ci fossero altre ragazze?». I carabinieri continuano a scavare, non solo nella terra dove sono stati ritrovati i resti, ma anche nella vita segreta di un uomo che sembrava invisibile. E che invece, nella sua mente, potrebbe aver nascosto un orrore ancora più grande.