La notte più lunga di Parigi è cominciata come un sogno di gloria calcistica e si è trasformata in un incubo di violenza e caos. La finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Inter, giocata all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, ha consegnato ai francesi la coppa tanto attesa – un 5-0 senza appello che resterà nella storia del club parigino – ma ha anche acceso la miccia di una vera e propria guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco la capitale e non solo.

Già durante il primo tempo, quando la squadra di Luis Enrique ha iniziato a dominare l’Inter, Parigi si è trasformata in un gigantesco stadio a cielo aperto. Maxischermi in ogni piazza, bandiere biancoblu ovunque e la voglia di festeggiare che ribolliva come lo champagne. Ma tra fuochi d’artificio e cori da stadio, ecco la prima avvisaglia di una notte che avrebbe superato i limiti del tifo: petardi, bombe carta, bottiglie incendiarie. I primi tafferugli sono iniziati quasi in simultanea con il secondo gol del PSG, e da lì in poi la situazione è degenerata.

Le forze dell’ordine, già schierate in massa – 5000 tra poliziotti e gendarmi – hanno cercato di contenere la marea umana che si riversava sugli Champs-Élysées, sulla Bastiglia e nei punti caldi come il Parco dei Principi, dove migliaia di tifosi si erano radunati per seguire la partita sul maxischermo. Ma la festa è diventata un assalto: lanci di oggetti contro i poliziotti, lacrimogeni in risposta, auto incendiate e barricate improvvisate.

Giovane accoltellato a morte

Come conferma Le Figaro, a Dax, nel dipartimento delle Landes, un giovane di 17 anni è stato accoltellato a morte durante i caroselli seguiti alla vittoria. La causa dell'attacco è ancora sconosciuta.

A Parigi, gli arresti sono stati 294 solo nella notte, con un picco di tensione nella zona degli Champs-Élysées, dove la folla ha letteralmente saturato la grande avenue. Una ragazza è rimasta ferita alla Bastiglia, cadendo sulle transenne mentre cercava di fuggire dal caos. In mezzo alla bolgia, un’auto è stata data alle fiamme non lontano dal Parco dei Principi, provocando un’ondata di panico tra i tifosi. I vigili del fuoco hanno dovuto farsi largo tra i cori e i petardi per spegnere l’incendio.

Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha definito i responsabili dei disordini “barbari nelle strade”. Una definizione che fotografa la deriva della notte parigina: bande di giovani – molti mascherati e organizzati in piccoli gruppi – che spuntavano all’improvviso, devastavano vetrine e auto in sosta e poi si dileguavano nel buio. Un copione che si è ripetuto anche a Pau, nei Pirenei, dove una cinquantina di ragazzi hanno spaccato il vetro posteriore di un autobus e devastato la vetrina di un negozio Lacoste.

Auto contro la folla

Ma l’episodio più grave si è verificato a Grenoble, nel cuore della festa per la vittoria del PSG. Una Bmw, lanciata a tutta velocità, ha investito quattro membri di una stessa famiglia – due ragazzi di 17 anni e due donne di 23 e 46 anni – falciandoli in pieno centro. Una delle donne è in prognosi riservata. Il conducente, preso dal panico di fronte alla folla inferocita, ha abbandonato l’auto ed è stato fermato dalla polizia pochi minuti dopo. Gli inquirenti escludono l’atto deliberato, ma la tragedia è servita a gettare un’ombra ancora più cupa su questa notte di eccessi.

Intanto, nei quartieri simbolo della Parigi bene – dal Marais all’VIII arrondissement – la polizia ha dovuto fronteggiare veri e propri assalti coordinati. La linea tra il tifo e il vandalismo si è dissolta, e i cronisti sul posto parlano di “un esercito invisibile” di giovani che si muoveva rapido e letale. Gli Champs-Élysées si sono trasformati in un campo di battaglia, dove la gioia per la prima Champions del PSG ha lasciato spazio alla devastazione.

Eppure, fino all’alba, la capitale ha continuato a cantare. Le canzoni dei tifosi si mischiavano con le sirene della polizia e i lampi dei lacrimogeni. Le luci delle vetrine rotte facevano da cornice a una notte che doveva essere di festa e che invece ha mostrato, ancora una volta, la fragilità di un equilibrio che a Parigi – e in tutta la Francia – sembra rompersi sempre più spesso.

A celebrare la vittoria del PSG sono rimasti in pochi, nella calma apparente di una città che si lecca le ferite. Gli altri, i protagonisti della guerriglia, hanno lasciato dietro di sé un paesaggio di fumo e vetri rotti. E un messaggio: anche la notte più bella, se abbandonata al furore, può trasformarsi in un incubo.