Oltre cinquemila tra docenti di ruolo e idonei ai concorsi del Pnrr1, provenienti da ogni angolo d'Italia, hanno riempito le strade di Roma questo sabato 25 ottobre, unendosi alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil di Maurizio Landini.

La loro presenza non è passata inosservata: un vero e proprio "esercito" di insegnanti, che pur non essendo affiliato a nessun sindacato né schieramento politico, ha scelto di sfilare al fianco della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, condividendone in pieno le motivazioni di fondo, specialmente quelle relative ai tagli e ai mancati investimenti nell'istruzione pubblica.

Guidato con determinazione dalla giornalista cosentina Francesca Gabriele, il gruppo ha portato in piazza un grido di allarme contro le politiche del Governo a guida Giorgia Meloni, accusato di «tagli che stanno mettendo in ginocchio l'istruzione». Il risultato di queste scelte, come ha spiegato la stessa Gabriele, si traduce in «super zeppe di alunni e docenti abilitati e idonei ai concorsi lasciati a casa», nonostante le palesi carenze di personale qualificato nelle scuole.

Tra i manifestanti, a dare forza al messaggio, c'erano le sigle dei gruppi "Idonei nel doppio canale Bucalo" e il gruppo Tik Tok "Docenti lasciati soli", a testimonianza di una mobilitazione che ha saputo raccogliere le istanze di diverse categorie di professionisti della scuola, uniti nella difesa del diritto a un’istruzione di qualità.

L'obiettivo dei docenti è chiaro: chiedere al Governo un cambio di rotta immediato, affinché le risorse pubbliche vengano investite per stabilizzare i precari e garantire classi con numeri di alunni sostenibili, elementi essenziali per la didattica e il futuro del sistema educativo italiano.

La mobilitazione di oggi, inserita nel contesto della manifestazione nazionale a Roma, segna un punto fermo: il mondo della scuola, dai docenti di ruolo agli idonei in attesa, è pronto a lottare per vedere riconosciuta la propria professionalità e per scongiurare un ulteriore impoverimento della scuola pubblica.