È un grido di dolore quello che Luigi Colantonio, pensionato calabrese, rivolge con una lettera alle più alte cariche dello Stato e al mondo politico, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella fino al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che è anche commissario ad acta della sanità calabrese. L’uomo, residente a Santa Maria del Cedro, denuncia la difficile situazione assistenziale e sanitaria che è costretto a vivere insieme alla moglie, Maria Maddalena Rinaldi, 65 anni, colpita da parkinsonismo atipico dal 2021. Nella missiva chiede alle istituzioni «se tutto questo è giusto, se i cittadini italiani possono ancora curarsi “oppure aspettare solamente la più logica soluzione, cioè la morte».

Il calvario senza fine

La malattia, diagnosticata dopo numerosi esami e consulti in diversi centri specialistici, da Lamezia Terme a Genova, da Catanzaro al Policlinico Gemelli di Roma, ha progressivamente privato la donna dell’autonomia: oggi non cammina, non parla, necessita di assistenza continua per alimentazione, igiene e bisogni quotidiani, ed è portatrice di catetere.

Ma continuare a combattere si fa ogni giorno più difficile. «Faccio presente che dal 29 luglio 2023 – scrive ancora Colantonio - mia moglie è stata riconosciuta invalida totale e permanente al 100% e portatrice di handicap ai sensi dell’art. 3 comma ella 1 Legge 104. Successivamente, dopo ricorso privato, dopo la visita e relazione da parte del C.T.U. ed omologa del tribunale ordinario di Paola, le è stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento e la conferma dell’art. 3 comma 1 Legge 104. Attualmente andiamo avanti con la mia pensione e quello che mia moglie percepisce dall’Inps mensilmente». Ovvero, 336 euro di pensione di invalidità e 542,02 euro di accompagnamento, cifre che «non bastano in alcun modo a coprire le reali necessità quotidiane».

L’assistenza ridotta

Inoltre, stando al suo racconto, nel settembre scorso «è stata sospesa la mezz’ora di fisioterapia domiciliare che le praticavano dall’Aias per due giorni a settimana», circostanza che ha aggravato una situazione già complessa. «Mia moglie ha bisogno di una badante 24 ore su 24, di fisioterapia giornaliera, di logopedia e sostegno psicologico, che praticandoli privatamente comporterebbe una spesa mensile notevole». Secondo le sue stime, servirebbero circa 1600 euro al mese per una badante, poco meno per un fisioterapista domiciliare e un logopedista, «senza considerare la psicologa e altre spese possibili, per ogni spostamento, per eventuali esami specifici, per ambulanza che l’Asp non passa. È facile intuire l’enorme difficoltà economica che bisogna sopportare, per cui è necessario rinunciare a tutto».

Le cure fuori regione

«Faccio ancora presente – aggiunge il pensionato - che per arrivare a questa diagnosi, abbiamo dovuto subire notevoli spese per risonanze magnetiche, tac, scintigrafie, visite psichiatriche, quasi tutte a pagamento». Alcuni di questi esami sono stati eseguiti in Calabria, altri fuori regione perché alcuni esami diagnostici specifici non vengono neppure effettuati nelle strutture sanitarie calabresi.

Ritardo nelle procedure Inps

Ma non è tutto, perché Colantonio segnala anche il ritardo nelle procedure Inps: la domanda per la revisione della Legge 104, art3 comma 3, presentata il 18 giugno 2025, dopo oltre cinque mesi non ha ancora una data di visita.

«Questi sono i servizi al cittadino e alle persone fragili? Questa è sanità? C’è qualche responsabile che controlla i disservizi?», chiede l’uomo nella sua lettera. Ed ancora: «Cosa deve fare una famiglia? Rinunciare a curarsi? Aspettare la morte?».

L’appello

Il pensionato rivolge infine un appello affinché la moglie possa essere ricoverata in un centro specializzato per il trattamento del parkinsonismo atipico, escludendo le Rsa, perché «hanno costi elevati” e, a suo dire, «spesso lasciano i pazienti in condizioni di abbandono».

È una testimonianza dura, quella di Luigi Colantonio, che riporta al centro del dibattito i problemi strutturali dell’assistenza ai malati gravi, la carenza di servizi domiciliari e i ritardi burocratici che gravano su chi si trova ad affrontare patologie complesse e che spesso li costringe a brancolare nel buio della disperazione.