Il sindaco di Rende, ideatore di Casa Riformista, puntualizza una serie di questioni sul nuovo ospedale di Cosenza che sorgerà all’Unical. Poi affronta i temi regionali e di carattere nazionale senza dimenticare Renzi, Greco e Falcomatà
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Salito di recente sugli scudi in occasione della firma in Regione per lo schema di accordo per il nuovo ospedale di Cosenza, che sorgerà ad Arcavacata nei pressi dell’Unical, Sandro Principe ha sempre un occhio attento e «da Prima Repubblica» a quanto avviene alla Cittadella e in subordine a Palazzo Campanella. Il sindaco di Rende non si tira indietro nel commentare le aspirazioni di Roberto Occhiuto in Forza Italia e ad ammettere pubblicamente la sua utopia a riguardo.
Per Principe serve dare un’organizzazione a Casa Riformista, «ma solo se tutte le componenti avranno pari dignità». Inoltre non lesina punzecchiature a quel Partito Democratico che contribuì a fondare e che ora sente lontano. In più chiarisce il suo pensiero su Matteo Renzi e su Giuseppe Falcomatà, spaziando dalla Calabria al resto del Paese con facilità estrema di sintesi e pensiero.
Principe, partiamo da quella firma in Regione. A Cosenza parlano di scippo e si viaggia con la media di quasi un comunicato al giorno. Il timore è che si sancisca la morte dell’area sud della conurbazione urbana.
«Il timore è infondato perché noi dobbiamo avere una visione complessiva dell’area urbana. Nel momento in cui esisterà un comprensorio servito da uno svincolo autostradale, da una stazione ferroviaria e da infrastrutture che in tre minuti condurranno all’Unical e all’area predisposta per il nuovo Policlinico, i cittadini dell’intera provincia potranno raggiungere la nuova destinazione con comodità».
Questo su Rende, mentre a Cosenza?
«Cosenza diventerà il cuore della medicina del territorio. I problemi della sanità in Italia derivano proprio dalla carenza di assistenza sui territori, oltre che dall’assenza cronica di medici. I Pronto Soccorso sono intasati dal fatto che le persone richiedono lì prestazioni che potrebbero essere smaltite altrove. A Rende realizzammo 50 anni fa un poliambulatorio che oggi eroga 1 milione di prestazioni all’anno ed è comunque un minus rispetto al fabbisogno dell’area urbana e della provincia. Le prestazioni che fornirà Cosenza saranno milioni, con migliaia di pazienti che giungeranno in città. Alla luce di questo ragionamento, non reputo i timori di cui si è detto giustificati. L’area sud ha come riferimento lo svincolo A2 di Rogliano che dista 25 minuti dalla futura uscita di Settimo. Dai territori posti a sud, inoltre, si impiegheranno appena 15 minuti per raggiungere il cuore della medicina del territorio nell’area dell’Annunziata. Il servizio offerto alla popolazione sarà di livello. Vorrei aggiungere una cosa, tuttavia».
Prego.
«Percepisco uno scadimento della cultura politica e me ne rammarico. L’ospedale sorgerà su terreni dell’Unical e le aree adiacenti sono di proprietà pubblica; ma ho letto che l’ospedale spingerà a mille speculazioni edilizie. Si tratta di vere e proprie provocazioni diffamatorie. Purtroppo crescere risulta difficile se il confronto è degno di un mercato rionale».
In Consiglio regionale c’è Filomena Greco, eletta nella coalizione messa insieme da lei ad inizio agosto. Di recente ha chiesto ad Occhiuto di sospendere le procedure per il Policlinico e di convocare un tavolo politico-istituzionale. Vi siete sentiti dopo le sue dichiarazioni?
«C’eravamo sentiti prima, poi ho letto le sue parole e non le condivido. Casa Riformista è stata un’idea validissima che ha consentito a Filomena di essere eletta col supporto degli amici di Azione, di Mezzogiorno federato e di cultura e provenienza socialista. Casa Riformista, però, deve strutturarsi in un’organizzazione dove valga il confronto democratico, viceversa resterà un cartello elettorale con alterne fortune da regione in regione. Strutturarsi significa dare pari dignità alle culture che contribuiscono a costituire la federazione. Serviranno uno statuto, un’assemblea e una segreteria. Con un’organizzazione di questo tipo, ad esempio, avremmo potuto, nella sede giusta, confrontarci con Filomena Greco e con gli altri amici e compagni dirigenti. Molto probabilmente il giudizio sul programma del presidente sarebbe stato diverso. Un’organizzazione funziona quando, dopo un approfondito confronto, si parla un solo linguaggio all’esterno e, ovviamente, rappresenterà la sintesi delle sensibilità presenti nella federazione. A riguardo, abbiamo ripreso il rapporto anche con Luigi Incarnato e col PSI».
Casa Riformista piace molto a Renzi. A lei pare piaccia un po’ meno il fatto che a Renzi piaccia così tanto…
«Se Casa Riformista diventerà l’insieme di culture e provenienze diverse, allora la convivenza sarà possibile. Se dovrà rappresentare Italia Viva e basta, allora no. Casa Riformista dice e fa le cose che vorrei sentire e fare al Partito Democrarico. I dem, infatti, hanno lasciato uno spazio libero che andava occupato, in quanto di detto spazio si sta impossessando il centrodestra».
Di recente lei ha detto che il leader dell’opposizione dovrebbe essere Falcomatà. I vertici del Partito Democratico evidentemente non la pensano allo stesso modo, essendo il sindaco di Reggio Calabria senza ruoli di rappresentanza in Consiglio.
«Io ho fatto un altro ragionamento. Mi sono espresso quando Tridico si presentò come rappresentante istituzionale dell’opposizione di centrosinistra, ma contestualmente adombrando la possibilità di tornare a Bruxelles. In quel momento storico dissi che se Tridico voleva fare il coordinatore degli eletti sarebbe stata cosa buona e giusta. Aggiunsi, però, che se intendeva tornare in Europa, cosa poi accaduta, era inutile che si presentasse sotto quelle vesti. Quindi era necessario trovare un’altra figura. Feci il nome di Falcomatà che proveniva da 10 anni di lavoro istituzionale, forte dell’esperienza che gli avrebbe consentito di reggere un ruolo così delicato. Peraltro non conosco bene gli altri eletti. Qualcuno ha interpretato la mia battuta come un’invasione di campo, ma non era questa l’intenzione. Mi dispiace vedere il Pd ridotto così e mi dispiace che tenga i rapporti istituzionali e interpartitici in un certo modo. Segretario regionale e capogruppo di recente sono venuti a Rende. Io avrei invitato i sindaci dell’area urbana di centrosinistra, che hanno assicurato nelle recenti elezioni il 58% dei voti a Tridico: molto di più di quanto registrato in altre aree della regione».
Ha letto che Occhiuto lancerà una sua corrente? Potrebbe tentare la scalata alla segreteria di Forza Italia con la benedizione di Marina Berlusconi. Ha il physique du rôle per fare il segretario di Forza Italia?
«Sono convinto che Occhiuto miri più ad un ruolo politico che ministeriale come qualcuno, aspettando le Politiche, invece ritiene. Ritrovarsi al vertice della Calabria vale più di tanti ministeri. Forza Italia è sempre stato un monolite, ma quando un vicesegretario e governatore di regione organizza un convegno e lancia una corrente, il messaggio è chiaro ed io che ho ancora l’occhio della Prima Repubblica non posso equivocare».
Cosa cambierebbe?
«Guardi, io coltivo un’utopia che vedrebbe Forza Italia staccarsi dalla destra-destra. Gli azzurri rappresenterebbero l’approdo naturale di un centro liberale, democratico e sensibile ad alcune istanze sociali. Insomma, incardinerebbero uno dei due poli di una coalizione di centrosinistra larghissima. Ritengo che sarebbe la salvezza del Paese, ma allo stato, appunto, è un’utopia».
Principe, chiudo con una mezza provocazione. Lei è stato tante volte sindaco, è stato consigliere regionale ed è stato parlamentare. Le manca fare il presidente della Provincia di Cosenza per completare l’album. La annoveriamo tra gli aspiranti?
«Se un uomo delle istituzioni si misura dal numero delle medaglie che ha sul petto, alla fine può ritenere che ne manca sempre qualcuna. Sarebbe un errore elaborare considerazioni di questo tipo. E’ importante, invece, fare bene il lavoro che si è chiamati a svolgere in un determinato momento storico. Io faccio il sindaco da pochi mesi e c’è tanto lavoro da fare. Il mio impegno è finalizzato a rilanciare Rende e insieme ad una giunta giovane, futura classe dirigente, lo sto facendo. Ne sono testimonianza il Policlinico, la creazione dell’Ambito sui Trasporti, la rimodulazione di Agenda urbana Cosenza-Rende e l’avvio della procedura del Psc».


