Il colpo incassato alle recenti Regionali è stato pesante, tanto che ci sono stati strascichi negli organismi interni. Sinistra Italia, e più in generale Avs, stanno cercando di riorganizzarsi dopo il giudizio degli elettori, che però, come evidenzia il segretario regionale Fernando Pignataro «passa dall’1,7% delle Politiche a quasi il 3,9% con un aumento del 2,2%». Non è stato tuttavia sufficiente per eleggere un rappresentate a Palazzo Campanella, cosa che ha aveva spinto il leader calabrese a rimettere il proprio mandato. Dimissioni respinte da Nicola Fratoianni e rinnovata fiducia in visto dei prossimi appuntamento. Il primo è stretto giro.

Pignataro, giovedì Avs ha diramato una nota durissima sul tema della Sanità. Ha attaccato Occhiuto e convocato una conferenza stampa per martedì. Ci anticipi brevemente i temi.
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Si, giovedì abbiamo riunito il gruppo dirigente insieme ad esperti interni ed esterni ad AVS sull’emergenza sanitaria in Calabria. E’ sotto gli occhi di tutti lo stato comatoso del Sistema sanitario pubblico nella nostra regione: sanità territoriale e di prossimità cancellate, soprattutto nelle aree interne; 60 Case di comunità e 21 Ospedali di comunità solo sulla carta; superamento del Commissariamento senza capire che fine fa il Piano di rientro, che di fatto blocca qualsiasi intervento di risanamento e rilancio. Insomma, il Presidente della Regione si innervosisce quando si parla del reale stato della sanità calabrese, ma non risponde alle richieste dei cittadini, anzi evita il confronto con le Istituzioni territoriali, come è avvenuto a Vibo. Martedì faremo la conferenza stampa a Lamezia per denunciare, proporre e lanciare una grande offensiva sul tema che interessa tutte le famiglie calabresi. Lanceremo una sfida, vediamo chi la raccoglie».

Avs non è riuscita ad entrare in Consiglio regionale fallendo il suo obiettivo. Lei ha rassegnato le dimissioni e Fratoianni le ha rigettate esprimendole la più totale fiducia. Se lo aspettava?
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Di queste elezioni regionali improvvise, che chiaramente ci hanno colti impreparati, ci sarebbe molto da dire e commentare. Siamo riusciti, nonostante tempi e modalità, a presentare le liste in tutte le circoscrizioni, cosa che non è avvenuta alle ultime competizioni. Abbiamo avuto come riferimento il dato delle elezioni politiche ultime e su quel dato il risultato di AVS è confortante, certifica la crescita dell’Alleanza in Calabria, dall’1,7% a quasi il 3,9% c’è un aumento del 2,2%. Il rammarico è che per soli 1200 voti non entriamo con un nostro rappresentante in Consiglio Regionale. Ho ritenuto, per la mia storia e la mia formazione politica, di assumermi in toto le responsabilità di un obiettivo non raggiunto e che era, com’è evidente, alla nostra portata Magari correggendo qualche errore e impegnandoci un po' di più in qualche territorio, che non ha dato risultati soddisfacenti. Il giudizio della Segreteria Nazionale sul nostro impegno e sul lavoro fatto è lusinghiero e questo ci ha spronati a continuare con maggiore determinazione. Siamo sempre più convinti che la Calabria e i calabresi abbiano bisogno di una rappresentanza autenticamente e coerentemente di Sinistra».

Lei ha però messo mano alle federazioni dove i dati sono stati più bassi: Cosenza e Crotone. Lì la segreteria regionale ha avocato a sé i poteri. Come pensate di ricostruire una rete?
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A Cosenza il dato è deludente soprattutto perché denota un fermo nella provincia dove la Coalizione Progressista registra il miglior risultato, a Crotone è stato un disastro. In tutti e due i casi c’è molto da fare e le condizioni sono favorevoli, c’è molto interesse nei confronti delle nostre iniziative, le denunce e le proposte che riusciamo a mettere in campo sia a livello nazionale che nel nostro territorio. Dobbiamo continuare ad esserci, a lavorare per un maggiore radicamento sul territorio, aprire sedi, confrontarci con le amministrazioni locali sempre più abbandonate e in difficoltà. Insomma, una rete che ci permetta di guardare al futuro con maggiore ottimismo e serenità».

Pur non essendo presenti a Palazzo Campanella, avete ugualmente un punto di riferimento in Consiglio regionale?
«No, non abbiamo punti di riferimenti in Consiglio Regionale. Certo, ci sono consiglieri che per storia e vecchie appartenenze possono essere più sensibili alle nostre idee e proposte. Riteniamo però che le battaglie si possano e si debbano fare anche fuori dalle Istituzioni e noi metteremo in campo opposizione tra la gente e tantissima iniziativa politica. Vedremo chi saprà rappresentarle in Consiglio regionale».

Nel 2026 si terranno amministrative in comuni molto importanti, oltre alle elezioni delle Province. Saranno tutti test probanti per Avs, sarete sempre parte attiva del centrosinistra allargato o si ragionerà in autonomia considerato che per le comunali spesso si va a briglie sciolte sotto le insegne del civismo?
«Intanto siamo impegnati ad esserci, a presentare le liste a Reggio, Crotone e nei centri più grandi che vanno al voto amministrativo. Siamo e lavoreremo perché si creino dappertutto le condizioni per l’unità della Coalizione Progressista. Naturalmente se ci sarà credibilità e chiarezza. Sono test importanti per noi e, anche nelle elezioni di secondo livello per le Provincie, siamo impegnati per riuscire ad avere rappresentanti. Naturalmente le condizioni di partenza sono diverse territorio per territorio».

Guardando dalla finestra ciò che avviene al di là della barricata, Occhiuto sta riposizionando Forza Italia, anche a livello nazionale, su temi più moderati e con posizioni distanti da Meloni e Salvini. Ad esempio quelle sui diritti civili e sui migranti, che ne pensa?
«Questa esposizione nazionale del Presidente Occhiuto non mi meraviglia. Non so quanto sia legata alle vicende calabresi che lo interessano e quanto ad un dibattito, che pure c’è ed è percepibile soprattutto agli addetti ai lavori, di collocazione di Forza Italia. Certo è che il Governo si sposta sempre più su posizioni autoritarie ed estreme (vedi la carica di giovedì ai lavoratori metalmeccanici di Genova), lasciando sul terreno le posizioni più moderate e concilianti, mostrando una subalternità di Forza Italia nei confronti della Destra più oltranzista. I temi sui quali si dovrebbe avvertire il disagio sono proprio quelli dei diritti civili e delle immigrazioni, sulle quali prevalgono scelte conservatrici, autoritarie e lontane da una società in evoluzione, che manifesta tendenze e orientamenti progressisti, solidali e nello spirito dell’accoglienza e della tolleranza. Staremo a vedere».

Chiudiamo col Ponte sullo Stretto. Il popolo del No scende in piazza e rivendica le censure della Corte dei Conti e i pericoli ambientali. Salvini invece va a Bruxelles e ribadisce quanto sia strategica questa infrastruttura. Chi la spunterà?
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Qua non è più in discussione il valore o la strategicità dell’opera, sulla quale anche esponenti di sinistra si cimentano in dibattiti e polemiche da più tempo. Si tratta di capire che per forzare la mano, Salvini ci ha consegnato un pacchetto in cui le violazioni delle leggi sono tali e tante che hanno portato la Corte dei Conti a bocciare l’opera dal punto di vista della fattibilità e da quello contabile. E non solo a bocciare il rapporto con la Società dello Stretto. Insomma, il Ministro ha messo in seria difficoltà il nostro Paese, le popolazioni calabresi e siciliane alle quali sono stati scippati i finanziamenti delle politiche di coesione e la credibilità dell’Italia a livello mondiale. Altro che andare a Bruxelles, dovrebbe dimettersi per palese incapacità. Il mio pensiero più in generale sull’opera è noto: la ritengo più che inutile, dannosa, non sostenibile da tutti i punti di vista: ambientali, paesaggistici, geologici ed economici. Comunque, irrealizzabile».