Oggi il presidente francese sarà ricevuto a Palazzo Chigi. Un’agenda tra i due capi di governo densa: dai dossier europei al sostegno all’Ucraina, dalla crisi mediorientale fino ai rapporti con Trump
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Oggi, il presidente francese Emmanuel Macron sarà ricevuto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni. Un bilaterale definito “di lavoro”, ma che in realtà si preannuncia come un delicato esercizio diplomatico. Nessun vertice risolve tutto, ma questo incontro serve almeno a evitare che le crepe si trasformino in fratture definitive.
L’agenda sarà densa: dai dossier europei al sostegno all’Ucraina, dalla crisi mediorientale ai rapporti con l’Amministrazione Trump. Tuttavia, il vero obiettivo – non dichiarato ma evidente – è quello di raffreddare le tensioni che da tempo minano i rapporti tra Roma e Parigi. Tensioni che non nascono oggi e che, ciclicamente, esplodono con toni anche durissimi.
L’incontro avviene a ridosso di un periodo diplomaticamente complicato. A metà maggio, a Tirana, Macron ha ospitato un vertice dei cosiddetti “Volenterosi” sull’Ucraina senza invitare l’Italia. Meloni, irritata, ha ribadito pubblicamente il suo no all’invio di truppe italiane a Kiev, mentre il presidente francese l’ha accusata di diffondere “false informazioni”, affermando che “bastano già quelle russe”. Uno scambio ruvido, che ha reso necessario un tentativo di ricucitura. Dietro le quinte, ad agire come intermediario è stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha assunto il ruolo di equilibratore di un’Europa sempre più divisa.
Non è la prima volta che Macron e Meloni provano a rimettere in piedi un rapporto complicato. Già nell’estate 2024, a margine dei Giochi Olimpici di Parigi, i due si erano stretti la mano a Versailles. Una tregua formale, più che sostanziale, che seguiva mesi di polemiche post-elezioni europee e culminava nello scontro al G7 in Puglia, dove Meloni ottenne di ridimensionare il passaggio sulle politiche legate all’aborto. Una posizione che Parigi bollò come un arretramento sui diritti.
Le divergenze tra i due leader sono anche il riflesso di una frizione più profonda e sistemica tra Italia e Francia. Se l’asse franco-tedesco prova a rilanciarsi con Merz, Roma rivendica una linea autonoma. E non è un caso che il Trattato del Quirinale, firmato da Draghi e Macron nel 2021 per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi, sia rimasto in gran parte lettera morta. Dietro le formule di amicizia si celano divergenze strategiche, economiche e culturali difficili da superare.
Ora si tenta di aprire un nuovo capitolo. Ma con il G7 in Canada alle porte, il Consiglio Ue tra poche settimane e la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina in agenda per luglio a Roma, l’Europa non può permettersi due capitali in rotta di collisione. Né può ignorare che Macron e Meloni si muovono con obiettivi profondamente diversi: lui a caccia di una leadership continentale post-Merkel, lei decisa a difendere una sovranità nazionale che guarda con scetticismo a certi automatismi europei.
Le principali tensioni Italia-Francia degli ultimi anni:
Immigrazione e ONG (2018-2019)
Macron ha più volte criticato le politiche migratorie italiane, in particolare durante il primo governo Conte, definendo “cinica e irresponsabile” la chiusura dei porti. Salvini rispose duramente, accusando Parigi di ipocrisia e di lasciare l’Italia sola nella gestione dei flussi.
Richiamo dell’ambasciatore francese (febbraio 2019)
Episodio clamoroso: la Francia richiama il suo ambasciatore da Roma, dopo che Di Maio incontra i leader dei Gilet Gialli a Parigi. Atto senza precedenti tra due Paesi fondatori dell’UE.
Fincantieri-STX e tensioni economiche (2017-2018)
Macron blocca inizialmente la cessione dei cantieri navali STX a Fincantieri, nonostante un accordo. Dopo lunghe trattative, si giunge a una soluzione, ma resta la diffidenza sull’espansione industriale italiana in Francia.
Libia e Sahel (dal 2016 a oggi)
I due Paesi hanno interessi geopolitici divergenti in Africa: Roma sostiene il governo di Tripoli, Parigi è stata accusata di appoggiare forze opposte. In Niger e nel Sahel si rincorrono accuse reciproche di colonialismo mascherato da cooperazione.
Trattato del Quirinale (2021)
Firmato in pompa magna da Draghi e Macron per rafforzare i rapporti, ma l’entrata in vigore è rimasta bloccata da tensioni politiche, in particolare dopo la vittoria di Meloni nel 2022. Roma non ha mai dato piena attuazione agli strumenti previsti.
Aborto e diritti civili (2024, G7 in Puglia)
Lo scontro è stato duro: l’Italia, con Meloni, si è opposta a un riferimento esplicito all’aborto nel documento finale. Parigi ha criticato apertamente la posizione italiana, vedendola come un segnale di arretramento sui diritti delle donne.
Ucraina e politica di difesa europea (2023-2025)
Differenze nette: Macron si mostra aperto all’invio di truppe, Meloni no. Roma predilige il sostegno umanitario e la ricostruzione. Macron ha accusato l’Italia di essere “ambigua” e troppo cauta.
Elezioni europee e visioni politiche opposte
La Francia di Macron incarna l’europeismo liberal-progressista, Meloni guida i conservatori nazionalisti. Le campagne elettorali si sono spesso trasformate in battaglie ideologiche, con accuse incrociate.