Questione spinosa

Ritorno a scuola, cresce il fronte del No ma il Governo tiene il punto: «Nessun rinvio anti-Covid»

Fonti di Palazzo Chigi confermano l’intenzione di non posticipare la riapertura degli istituti. Cresce la pressione delle Regioni. De Luca (Campania): «Dad per un mese, superiamo il picco e poi in classe»

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3 gennaio 2022
17:49

Si torna o no a scuola? È la domanda che in queste ore si pongono tante famiglie, pressate dalle notizie sull’aumento esponenziale dei contagi. Un’ipotesi, quella di far slittare il ritorno in classe dopo la pausa delle festività natalizie ormai agli sgoccioli, che non piace al Governo, che sul punto sembra intenzionato a tener duro.

Secondo fonti di Palazzo Chigi, infatti, non ci sarà alcuno slittamento e le date di ripartenza delle scuole restano quelle previste dal calendario, tra il 7 e il 10 gennaio.


Ma lo scontro politico sulla questione non accenna a placarsi. Tra i maggiori sostenitori del rinvio c’è il presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca: «Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi - afferma-, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un'altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca». Il governatore campano è consapevole che «non sarebbe una misura ideale, ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico».
«In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l'ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati - aggiunge -. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l'obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre».

Dal canto suo, il presidente del Veneto Luca Zaia afferma che «porteremo una proposta al Tavolo nazionale delle Regioni che modifica le regole rispetto alla durata delle quarantene e di chi dovrà farle, rispetto alla situazione vaccinale».
«Sarà una decisione del Tavolo nazionale - ha aggiunto - su cui non posso dare anticipazioni, ma verrà presa da tutti. Soprattutto per le superiori le percentuali di vaccinazione sono molto alte, per cui riusciamo a gestire le presenze in maniera migliore», ha concluso.

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