Dal veterano Fausto Leali a Tiziano Ferro, passando per Blanco, Mahmood ed Elettra Lamborghini: All Music Italia sgancia un elenco di nomi che sembra più l’enciclopedia Treccani che il Festival
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Carlo Conti ha la faccia di chi sa tutto e non dice niente. Un sorriso, un cenno con la mano, il solito aplomb rassicurante. Ma dietro quella calma apparente c’è il segreto meglio custodito della tv italiana: il cast di Sanremo 2026. E mentre lui blinda l’Ariston come fosse Fort Knox, All Music Italia ha deciso di rovinargli il gioco, buttando sul tavolo una lista di nomi talmente lunga che sembra la formazione dei Mondiali, più un paio di riserve e il ct in panchina.
Leggetela piano, che viene il fiatone: Alfa, Blanco, Mahmood, Giorgia, Noemi, Irama, Fausto Leali, Patty Pravo, Sarah Toscano, Serena Brancale, Arisa, Anna Tatangelo, Malika Ayane, Elettra Lamborghini, California, Ermal Meta, Michele Bravi, Enrico Nigiotti, Leo Gassmann, Sal Da Vinci, Virginio, Settembre, Sangiovanni, Tananai, Amara, La Niña, Ste, Eugenio in Via di Gioia, Cioffi, Benji & Fede, Coez, Matteo Bocelli, Luchè, Tommy Cash, Tommaso Paradiso, Tiziano Ferro, Madame, LDA, Aka 7even, Emma Nolde, Motta, Fedez, Francesca Michielin e Marco Masini.
Un’enciclopedia della musica italiana, con voci dalla A alla Z. Mancano giusto Mina e i Pooh al completo e poi possiamo chiamarla "Sanremo Universale".
Se fosse tutto vero, sarebbe un festival mastodontico, un raduno intergenerazionale che passa dai decani come Fausto Leali e Patty Pravo (che a Sanremo potrebbero entrarci ormai di diritto, come i mobili antichi in salotto) fino agli idoli di TikTok come Tananai e Blanco. In mezzo, Mahmood, che ormai non è più promessa ma certezza internazionale, e Giorgia, l’unica capace di stendere l’Ariston senza nemmeno alzare la voce.
C’è poi il lato trash, che a Sanremo serve come l’aria: Elettra Lamborghini, pronta a trasformare il palco in una discoteca di Riccione; Benji & Fede che sembravano spariti e invece spuntano come funghi; Fedez, che se davvero ci sarà farà partire il Fantasanremo prima ancora del televoto. E infine le suggestioni nostalgiche: Viola Valentino evocata come il ritorno vintage, Tommaso Paradiso che con le luci calde dell’Ariston sembra già in copertina, e Tiziano Ferro, il grande nome che fa tremare i fan.
Il problema? È troppo. Troppo lungo, troppo pieno, troppo caotico. Un cast così sarebbe ingestibile, un karaoke nazionale con 40 big e nessuna possibilità di distinguersi. Conti, che di mestiere fa l’equilibrista tra generazioni e generi, lo sa benissimo: a Sanremo ci vogliono le dosi giuste, non il calderone. Non basta buttare dentro pop, veterani, indie e provocatori sperando che ne esca un festival perfetto: serve la chimica, quella che trasforma la lista in spettacolo e la gara in mito.
Intanto, però, il gioco è iniziato. Il fantasanremo anticipato impazza: chi duetterà con chi? Chi sarà massacrato dai critici e chi diventerà meme virale? Chi rischierà la squalifica per un ritornello già sentito su Spotify? Ogni nome è già sceneggiatura, ogni indiscrezione è già pagella. Ed è proprio questo il bello: Sanremo, prima ancora che musica, è il più grande reality collettivo italiano.
Sui social fioccano le fantasie. Qualcuno sogna un duetto Giorgia–Blanco, altri pregano che Fedez e Tiziano Ferro non si incrocino per non scatenare guerre civili a colpi di tweet. E poi c’è chi si diverte a immaginare i ritorni trash: Patty Pravo in tutina futurista, Sal Da Vinci col mandolino e Elettra Lamborghini a cavallo sul palco. Un festival che rischia di sembrare più il Carnevale di Viareggio che la kermesse canora più importante del Paese.
E Conti? Sorride e tace. Sa che il suo potere è nel silenzio. Più il cast resta segreto, più l’attesa cresce. Più le liste girano impazzite, più il suo Sanremo si gonfia come un palloncino pronto a scoppiare. Il direttore artistico non è nuovo a colpi di scena: ama inserire outsider, nomi che spiazzano, e mischiare le carte all’ultimo minuto. È lì che si gioca la sua partita, non nella conferma di un elenco enciclopedico.
Il verdetto, come sempre, arriverà a dicembre. Solo allora sapremo chi entrerà davvero all’Ariston e chi resterà alla porta con il brano in tasca. Ma nel frattempo, il Festival è già iniziato. Perché in Italia Sanremo non è mai solo musica: è il romanzo collettivo di un Paese che si racconta attraverso canzoni, indiscrezioni e polemiche.
E allora avanti con i toto–cast, con le liste infinite, con le indiscrezioni più improbabili. Perché tanto lo sappiamo tutti: Sanremo lo guardano anche quelli che giurano di non guardarlo. E alla fine, quando si accendono le luci dell’Ariston, l’Italia intera si ritrova lì, davanti alla tv, pronta a criticare, applaudire, ridere e twittare.
Quest’anno più che mai guerre, crisi economica e inflazione che galoppa, serve una settimana di pura evasione. E se l’elenco di All Music Italia fosse anche solo in parte confermato, Sanremo 2026 promette di essere una bomba: monumentale, caotico, irresistibile. In una parola: Sanremo.