Sedicenne uccisa, il giovane accusato «si è vantato con una amica per l’omicidio»

Lo scrive il gip in merito al delitto di Chiara Gualzetti, accoltellata a morte a Monteveglio. Il ragazzo resta in carcere: non ha mostrato segni di pentimento

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di Redazione
1 luglio 2021
15:34
La vittima, Chiara Gualzetti (foto ansa)
La vittima, Chiara Gualzetti (foto ansa)

Il 16enne fermato per l'omicidio dell'amica e coetanea Chiara Gualzetti, uccisa a coltellate domenica mattina a Monteveglio (Bologna), non ha mostrato segni di pentimento: deve restare in carcere «attesa la mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e di segnali di resipiscenza quasi emergono dal tenore dei messaggi vocali inviati ad un'amica subito dopo i fatti». Lo scrive il gip del tribunale per i minorenni di Bologna, Luigi Martello nell'ordinanza, in possesso dell'Adnkronos, con cui ha convalidato il fermo.

Contro il 16enne il provvedimento di fermo è stato legittimo visto non solo la sussistenza del pericolo di fuga, ma anche una serie di "gravi indizi di colpevolezza". Un delitto di estrema violenza, in cui emerge «la inconsistenza delle motivazioni e comunque la assenza di ragioni di contrasto con la vittima», scrive il gip.


Il carcere appare l'unica misura idonea vista «la estrema violenza e la determinazione dimostrate durante tutto il corso dell'aggressione, che ha avuto una durata significativa, ed ha visto il giovane colpire ripetutamente con violenza con coltellate al collo, al petto ed alla gola la vittima ed infine colpirla anche con calci e soprattutto l'incapacità di autocontrollo il che rende particolarmente elevata la pericolosità attinente al rischio di reiterazione del reato».  

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