La riforma

Medicina, verso lo stop al numero chiuso: primo semestre libero e poi la selezione con gli esami

Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato il testo base. Le nuove norme potrebbero scattare già dal 2025. Festeggia la politica ma i camici bianchi s'infuriano: «È il colpo di grazia al Servizio sanitario nazionale»

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di Redazione Attualità
24 aprile 2024
18:24

Si va verso lo stop al numero chiuso nelle facoltà di Medicina. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha infatti adottato il testo base che verrà ora esaminato in commissione Istruzione a Palazzo Madama.

Secondo quanto previsto da questo primo testo, ci si potrà iscrivere liberamente al primo semestre di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria senza passare attraverso test. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l'ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.


Il testo prevede poi che il Governo sia delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso Medicina Odontoiatria e Veterinaria. Nell'esercizio della delega il Governo deve tra l'altro garantire programmi uniformi e coordinati e l'armonizzazione dei piani di studio dei corsi, per un numero complessivo di crediti formativi universitari (Cfu) stabilito a livello nazionale; prevedere che l'ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale sia subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari (Cfu) stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre svolti secondo standard uniformi nonché alla collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale; garantire, nel caso di mancata ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Veterinaria ed Odontoiatria il riconoscimento dei crediti formativi universitari conseguiti dagli studenti negli esami del primo semestre per il proseguimento in un diverso corso di studi da indicare come seconda scelta, rendendo obbligatoria e gratuita la doppia iscrizione limitatamente al primo semestre.

Le reazioni della politica

A esprimere «grande soddisfazione» il ministro e leader del carroccio Matteo Salvini che parla di «una storica battaglia della Lega. Dalle parole ai fatti!», scrive su X.

«Esprimo molta soddisfazione. È stato un lavoro intenso che ha trovato la massima convergenza di tutte le forze politiche. L'odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più», ha scritto in una nota il senatore della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Istruzione a Palazzo Madama. Si tratta, rivendica Marti, di «un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ha rappresentato uno stimolo anche nella decisione di assumere l’incarico di presiedere la commissione. Offriremo così ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità. Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea. Finalmente, non più una roulette russa: affidiamo al governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso».

«Il Dipartimento Università di Fratelli d'Italia esprime profonda soddisfazione nel constatare che il Senato della Repubblica abbia trovato una giusta mediazione tra sensibilità diverse, per superare definitivamente, dopo decenni di attesa, l'attuale sistema di selezione per l'accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria. È una rivoluzione che rappresenta un risultato storico frutto di un grande lavoro di squadra, che ha visto protagonista assoluto il nostro partito», ha affermato in una nota il responsabile del Dipartimento Università di Fratelli d'Italia, Massimo Miscusi.

A mostrare perplessità sul testo è il senatore del Pd Andrea Crisanti, segretario della commissione Cultura a Palazzo Madama. «Questo testo accoglie alcuni dei suggerimenti portati dal Partito democratico durante la discussione, tuttavia contiene ancora delle criticità che sono state espresse in sede di conclusione dei lavori e che verranno portate nella discussione in Commissione. Il testo licenziato prevede l’iscrizione libera a Medicina per i primi sei mesi, superando le procedure di selezione attuali. Il proseguimento degli studi è subordinato al conseguimento, da parte del candidato, di crediti formativi», spiega.

«In particolare, il Partito democratico ha evidenziato come le procedure proposte non permettano agli studenti che non abbiano raggiunto i requisiti per proseguire gli studi a Medicina di ripetere la procedura di ammissione. Inoltre, il testo identifica solo dei criteri minimi di accesso al corso di laurea, senza chiarire come venga stilata la graduatoria che deve necessariamente stabilire gli studenti che possono proseguire il percorso di studio in base al numero programmato. Inoltre, rimangono delle incertezze sulle modalità di accesso ad altri corsi di esame per coloro che non sono stati ammessi a Medicina. Il Gruppo del Pd ha svolto un ruolo importante per migliorare la proposta iniziale e giungere a una sintesi preliminare, ma confida che in sede emendativa il testo possa essere ulteriormente migliorato», conclude.

Camici bianchi sul piede di guerra

«Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando», è «un colpo di grazia» al Servizio sanitario nazionale. Lo dichiara Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed - sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani -, bocciando senza appello l'adozione da parte della Commissione Istruzione del Senato del testo base che elimina il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. «Non resteremo in silenzio - annuncia il leader del sindacato medici dirigenti del Ssn -. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico».

«Abolire il numero programmato è una soluzione miope - attacca Di Silverio - e sintomo di assoluta mancanza di visione futura, o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Servizio sanitario nazionale. In Italia esiste il numero programmato», osserva il segretario Anaao, ma «invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all'iscrizione alla Facoltà».

Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli: «Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati».

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