La strage avvenuta nella cittadina di Chasiv Yar. Gli ucraini stanno raggruppando un milione di forze combattenti equipaggiate con armi occidentali per recuperare i territori meridionali occupati dalla Russia
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La guerra in Ucraina fa registrare la prima strage di civili da quando i russi si sono concentrati nell'offensiva sul Donetsk.
Tre missili hanno sventrato un palazzo nella cittadina di Chasiv Yar, provocando almeno 15 morti, ma il bilancio rischia di essere provvisorio perché tra le macerie si lotta per estrarre decine di persone, inclusa una bambina.
Forse un ennesimo, tragico errore di mira da parte dell'esercito invasore, che nelle ore successive ha affermato di aver colpito alcuni hangar di armi americane proprio nella zona.
La potenza di fuoco russa, che da giorni investe la metà dell'oblast ancora in mano agli ucraini, nella notte si è abbattuta su una zona residenziale di Chasiv Yar, un villaggio di circa 12mila abitanti a 50 km a sud di Kramatorsk. Arrivati sul posto i soccorritori hanno trovato il fianco di un edificio di cinque piani sgretolato. Tra le macerie sono stati estratti 15 corpi senza vita e 6 superstiti, ma oltre 20 persone sarebbero rimaste intrappolate, inclusa una bambina di nove anni, secondo quanto è emerso dalle testimonianze di chi è riuscito a comunicare con tre di loro.
Intanto, l'Ucraina sta raggruppando un milione di forze combattenti equipaggiate con armi occidentali per recuperare i territori meridionali occupati dalla Russia. Lo ha annunciato il ministro della difesa di Kiev Oleksii Reznikov in un'intervista al Sunday Times. Affermando per il presidente Volodymyr Zelensky ha dato ordini di sviluppare piani per la liberazione delle zone costiere, considerate di vitale importanza per il Paese.
«Comprendiamo che è politicamente necessario. Il presidente ha incaricato l'alto comando di sviluppare i piani, e lo stato maggiore comunicherà di cosa c'è bisogno», ha spiegato Reznikov.