Il giudizio sui bilanci 2024 è una bocciatura senza appello: conti opachi, relazioni dubbie con le controllanti e continuità aziendale a rischio. E a guidare la società c’è il figlio della ministra
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Daniela Santanché, foto di repertorio
Una stroncatura senza appello. Un giudizio che, se fosse scolastico, non prevederebbe neppure la possibilità di rimandare a settembre. Il bilancio 2024 di Visibilia Editore, la società editrice riconducibile alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, è stato definito "non veritiero né corretto" dai revisori contabili. Parole durissime che suonano come un colpo fragoroso in un contesto già traballante: Visibilia è appena uscita dall’amministrazione giudiziaria, è sospesa in Borsa e coinvolta in un processo per falso in bilancio. A peggiorare il quadro c'è la guida del consiglio di amministrazione, affidata a Lorenzo Mazzaro, figlio della ministra, accusato di aver sottaciuto i rischi nel documento contabile.
Il documento firmato da Luca Pulli, revisore della società Rsm, è stato presentato il 29 aprile ed è una requisitoria tecnica ma impietosa. Il giudizio negativo riguarda sia il bilancio d’esercizio che quello consolidato: mancano informazioni fondamentali, l’esposizione verso le società del gruppo è fuori controllo e la continuità aziendale appare compromessa. Pulli mette nero su bianco che i bilanci “non forniscono una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria, del risultato economico e dei flussi di cassa”. In sintesi: i numeri non tornano.
Il nodo centrale, secondo Rsm, riguarda l’intrico di relazioni finanziarie, azionarie e operative tra Visibilia Editore, Visibilia Editrice (la controllata operativa) e Athena Pubblicità, che detiene l’89,9% della capogruppo e ne è il principale cliente. Un sistema che, secondo i revisori, ricorda da vicino lo schema oggetto del procedimento giudiziario a carico di Santanchè e di altri 16 imputati, tra cui amministratori e consulenti legati al gruppo.
Pulli sottolinea che Visibilia Editrice è praticamente l’unico asset della holding Visibilia Editore e che l'intero equilibrio finanziario è legato ai contratti pubblicitari con Athena, in un mercato “captive”, cioè chiuso, privo di concorrenza vera. Questo, oltre a limitare le possibilità di diversificazione del business, rende la società estremamente fragile: basta un passo indietro della controllante perché tutto crolli.
Il revisore evidenzia anche l’assenza di informazioni fondamentali nella nota integrativa: non c'è traccia di eventuali piani di ristrutturazione, né di trattative con banche o fornitori strategici. Manca una valutazione realistica della possibilità per l’azienda di restare in vita nei prossimi 12 mesi. Una lacuna che, secondo il revisore, impedisce agli stakeholder (investitori, creditori, dipendenti) di farsi un’idea chiara della reale solidità della società.
Il bilancio, inoltre, si regge su partecipazioni e crediti gonfiati. Visibilia Editore ha una partecipazione in Visibilia Editrice valutata 317 mila euro e crediti verso la controllata per 558 mila euro. Ma per Rsm, questi valori andavano svalutati integralmente, visto che la controllata è a sua volta in condizioni precarie. Senza questi valori “dopati”, il patrimonio netto della capogruppo si sarebbe ridotto di circa 875 mila euro, imponendo un intervento straordinario di ricapitalizzazione.
Il bilancio 2024 ha registrato una perdita di 4,47 milioni di euro, pari a oltre un terzo del capitale sociale, e il primo trimestre del 2025 si è aperto con flussi di cassa negativi, che hanno costretto Athena Pubblicità a erogare un finanziamento infruttifero d’urgenza, nemmeno previsto dal piano industriale.
Di fronte a questo scenario, il collegio sindacale ha deciso di non esprimere un parere, segnalando a sua volta criticità profonde. Il consiglio di amministrazione, presieduto da Mazzaro, ha invece risposto con una nota di due pagine, in cui contesta le conclusioni dei revisori definendole “non corrette” o “non adeguatamente motivate”. Una difesa d’ufficio, che però rischia di avere scarso impatto davanti alla forza e alla precisione dei rilievi di Rsm.
Nel frattempo, l’operazione di cessione di Visibilia alla misteriosa finanziaria svizzera Wip è stata bloccata, lasciando il gruppo in una situazione di stallo. Visibilia, che un tempo pubblicava magazine patinati e sfilava in passerella accanto alla sua fondatrice, oggi fatica a restare in piedi. E i conti, come dimostrano i revisori, non sono solo una questione tecnica: sono il riflesso di una gestione che sembra aver perso il contatto con la realtà.
Se un tempo l’universo Visibilia si alimentava di copertine, relazioni, passerelle e politica, oggi si nutre di ombre. Quelle di bilanci opachi, partecipazioni incrociate e prestiti non registrati. Un sistema che, nella migliore delle ipotesi, appare fragile, nella peggiore fuorviante. E che ora, con questo nuovo giudizio tecnico, rischia di diventare insostenibile anche sul piano pubblico. La vera domanda è: fino a quando?