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di Asmara Bassetti
20 maggio 2023
18:00

Il borgo scomparso di Laghitello, così il dissesto idrogeologico costrinse la comunità a trasferirsi nel paese vicino

L’area vicino al fiume è stata ripristinata e pulita, e ha ospitato reading e concerti all’ombra degli alberi, appena fuori dal paese di Lago, dove è stata aggiunta anche un’area pic nic

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Il borgo scomparso di Laghitello
Il borgo scomparso di Laghitello

Quanti paesi abbandonati esistono in Calabria? Nessuna provincia fa eccezione, in ogni angolo della nostra regione esistono paesi abbandonati per diverse cause. Le più diffuse sono le alluvioni, che facevano franare terreni e case spingendo gli abitanti a lasciare le proprie abitazioni, spesso velocemente, senza che si riuscisse a portare via tutto, ma solo l’essenziale, lasciando così la presenza di tavole da sparecchiare, medicine nella credenza, scarpe e vestiti. Alcuni di questi risultavano invece con pregresse problematiche strutturali, pericolose ma che davano il tempo di lasciare i propri luoghi di nascita, forse permettendo così a chi quelle case le aveva abitate e vissute per anni, di abituarsi all’idea che non l’avrebbe mai più potuto fare. Una sorte toccata tra gli altri anche a Laghitello, rimasto ora un paese deserto, in sospeso, un paese più che abbandonato, scomparso.

Il dissesto e l'abbandono

È una storia che comincia molti anni fa quella di Laghitello, antico casale di Aiello, in provincia di Cosenza, piccolo centro urbano di poche centinaia di persone a circa 15 chilometri da Amantea, ora completamente abbandonato. Accorpato nel 1811 al confinante Lago, Laghitello fu interessato da un importante dissesto idrogeologico perdurato nel tempo, che costrinse ad abbandonarlo negli anni ‘50, lasciando dietro di sé case vuote, disabitate, le strade deserte, e le porte della chiesetta chiuse, forse in attesa di un ritorno. Già nel 1929, il parroco di Laghitello scriveva alla Curia di Tropea che la chiesa, lesionata per intero, versava in pessime condizioni, e ne chiedeva lo spostamento, come per tutte le costruzioni del paese. La frana stava facendo scivolare tutto, e già due anni prima il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Calabria ne aveva stabilito l’abbandono. Negli anni la frana che attraversa il paese e che ha interessato delle abitazioni, le quali presentano delle enormi crepe, ha raggiunto un’alta gravità. Così si decide di trasferire l’intera comunità a Lago, nelle case popolari di recente costruzione pronte ad accogliere i vicini di paese. E così è: tutti gli abitanti di Laghitello abbandonano case e averi per continuare le proprie vite nel paese di fianco. Non ci saranno più i bambini che giocano con un pallone di pezza nelle strade, né uomini e donne che lavorano la terra, né fedeli che andranno a pregare in chiesa. 


Il trasferimento nel paese confinante

I primi trasferimenti iniziarono nel 1952, concludendosi nell’anno dopo, quando anche le ultime due famiglie rimaste abbandonarono il centro abitato, ormai completamente svuotato. Nemmeno la Madonna delle Grazie, patrona di Laghitello, poté fare nulla per risanare le cose, continuando, a differenza degli abitanti, a rimanere nella propria chiesetta, diventando però oggetto di diatriba con Margi, frazione di Lago. Questo probabilmente a causa della volontà della comunità di Margi di trasferire la statua nella propria zona, dopo aver saputo che il parroco avrebbe voluto spostarla a Lago. I credenti di Laghitello si opposero e riuscirono a non farsi portare via la Madonna delle Grazie, da sempre venerata e festeggiata. Ma non furono fortunati al secondo tentativo, quando gli abitanti di Margi si presentarono accompagnati dai carabinieri, e non poterono che accettare lo spostamento. Come si racconta anche in “Il paese scomparso“, documentario del regista Massimo De Pascale, ideato in occasione del bicentenario dell’accorpamento di Laghitello a Lago, nel 2011, che ha raccolto le testimonianze di Nicola De Luca e Francesco Piluso, che quando lasciarono il paese erano ancora poco più che bambini. 

Cosa rimane

Non rimangono mobilie o suppellettili appartenuti agli abitanti, e anzi, di case dell’epoca che ancora si reggono in piedi ne è rimasta solo una. Da poco l’area vicino al fiume è stata ripristinata e pulita, e ha ospitato reading e concerti all’ombra degli alberi, appena fuori dal paese di Lago, dove è stata aggiunta anche un’area pic nic. In ogni caso visti gli enormi problemi di natura geologica presenti ormai da decenni, riprendere completamente le abitazioni sarebbe impossibile e impensabile, sotto veri punti di vista. Laghitello rimarrà quindi ancora il paese scomparso.

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