Il maniero che ha resistito ai secoli era un baluardo difensivo contro le incursioni dei pirati. Tra le sue mura si consumò la tragedia del re di Napoli tradito e rinchiuso nella Sala degli Specchi
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Pizzo, un borgo affacciato sul Tirreno, dove il blu del mare si fonde con le pietre antiche di un maniero che ha resistito ai secoli. Il Castello di Pizzo, noto anche come Castello Murat, non è solo un monumento, ma un custode silenzioso di storie di potere, tradimento e romanticismo.
Costruito nel XV secolo dagli Aragonesi come baluardo difensivo contro le incursioni piratesche, il Castello domina dall’alto la suggestiva Piazza della Repubblica, regalando una vista mozzafiato sul Golfo di Sant’Eufemia. Le sue mura massicce, i torrioni imponenti e il ponte levatoio (oggi fisso) raccontano di un’epoca in cui la Calabria era terra di conquista e strategia militare.
Ma ciò che rende unico questo luogo non è solo la sua architettura, bensì il dramma umano che lo ha reso celebre: l’ombra del re fucilato.
Il Castello di Pizzo è infatti indissolubilmente legato a una delle figure più tragiche e romantiche dell’Ottocento, Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte e Re di Napoli. Dopo la caduta dell’Impero francese, Murat tentò una disperata riconquista del suo regno, sbarcando in Calabria con pochi fedelissimi. Tradito e catturato, fu rinchiuso proprio tra queste mura.


Per cinque giorni, l’ex sovrano visse nella piccola Sala degli Specchi, oggi visitabile, dove scrisse lettere alla moglie Carolina Bonaparte, chiedendo invano clemenza. Il 13 ottobre 1815, davanti a un plotone d’esecuzione nel cortile del castello, Murat affrontò la morte con dignità regale, lasciando in eredità una frase diventata leggenda: "Risparmiate il viso, mirate al cuore!".
C’è chi giura che, nelle notti di luna piena, l’ombra di Murat si aggiri ancora tra le stanze del maniero. Un’atmosfera che alimenta il fascino misterioso del castello, meta di curiosi e appassionati di storia. Oggi, nelle sue sale, è allestito un museo dedicato a Murat, con cimeli, documenti e persino la presunta macchia di sangue del condannato.
Oltre alla storia, il Castello è il cuore pulsante di Pizzo, borgo noto anche per il suo gelato al tartufo e le incantevoli viuzze. Visitarlo significa immergersi in un viaggio attraverso i secoli, tra battaglie, amori perduti e il respiro del Mediterraneo.
Info utili: aperto tutto l’anno, il Castello Murat offre visite guidate e spesso ospita eventi culturali.
Un consiglio? Salite sulle torri al tramonto: lo spettacolo della costa calabrese vi ruberà il cuore, proprio come fece con un re senza corona.