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26 luglio 2024
18:50

Calabria da scoprireIl Santuario della Madonna di Costantinopoli, a Papasidero un gioiello scavato nella roccia

Un luogo suggestivo che sembra essere lontano dal mondo, dove sentirsi in pace circondati solo dal rumore del fiume Lao

Destinazioni
Il santuario di Papasidero
Il santuario di Papasidero

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli è un luogo suggestivo che sembra essere lontano dal mondo, dove sentirsi in pace circondati solo dal rumore del fiume Lao che scorre al di sotto del ponte della Rognosa. La sua particolarità è che la chiesa è stata costruita completamente nella roccia, e al suo interno vi è un affresco, sempre su roccia, raffigurante la Vergine con Bambino che si rifà al modello della Madonna di Odigitria, protettrice dei viandanti e dei pellegrini, il cui culto ci è stato lasciato in eredità dal mondo bizantino.

Il Santuario e il ponte della rognosa

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli si trova a Papasidero, piccolo paese in provincia di Cosenza che ricade nel Parco Nazionale del Pollino, zona chiamata un tempo Mercurion, che ospitò come molte altre realtà i monaci basiliani quando arrivarono in Calabria. Per poter arrivare fino al Santuario incastonato della roccia, bisogna percorrere una grande scalinata in discesa, che vi porterà fino al ponte della rognosa che sovrasta il fiume Lao. Si tratta di un ponte medievale - ancora visibile - sui quali resti fu fatto ricostruire dal benefattore Nicola Dario nei primi anni del '900 un nuovo ponte, per permettere ai credenti di arrivare fino alla chiesa. Lo strano nome, della rognosa, deriva dal fatto che venne associato alla peste del 1656 che colpì gravemente il paese. Fino a quel momento infatti il patrono di Papasidero era San Rocco, che diventò dopo quel tragico periodo compatrono, lasciando il suo posto alla Madonna di Costantinopoli, ancora oggi patrona e protettrice dei viaggiatori e dei viandanti.


La chiesa e l'affresco

La chiesa si presenta a tre navate e tre campate, scandite da archi a tutto sesto - ovvero dalla punta tonda - , diversamente dalla costruzione originaria caratterizzata da una navata unica, ampliata dopo la peste che arrivò a Papasidero. A destra dell’edificio si trova il campanile dietro il quale c'era traccia di un antico affresco, mentre all'interno della chiesa è conservato un affresco realizzato interamente sulla roccia, eseguito in tre fasi diverse. La prima risale al XII secolo, quando fu realizzato l’arco ogivale - ovvero con la sommità appuntita - , e la Vergine di Costantinopoli in trono con il Bambino sul ginocchio, somigliante esteticamente alla Madonna di Odigitria, venerata dai monaci basiliani che vissero nella regione del Mercurion, che identifica i paesi che si trovano tra il nord della Calabria e la Basilicata. Accanto troviamo due personaggi venuti alla luce grazie ai restauri del 1983: l'Arcangelo Michele, con addosso una corazza, nell'atto di trafiggere con la sua spada il diavolo tra le fiamme. Alla seconda fase risale invece il vescovo genuflesso ai piedi della Madonna, simbolo del potere e della gloria del sacerdote gerarchico. Mentre nell'ultima, tra il '700 e l'800, furono realizzati i due angioletti porta corona, situati sopra l'affresco. Sulla parte di fondo troviamo una cantoria lignea su cui si trova un grande organo di legno dipinto del XVIII secolo.

La venerazione della Madonna di Costantinopoli

Le figure dell'affresco rimandano all'iconografia della pittura controriformista meridionale, ricca di evocazioni provenienti dalla religiosità bizantina, prima tra tutte quella della Madonna in trono col Bambino. Si nota infatti il riferimento ai tratti bizantini di antiche raffigurazioni mariane, soprattutto a quelli delle Madonne nere o brune, spesso conosciute come Madonne di Costantinopoli, e il cui culto si diffuse in tutto il Regno di Napoli dopo che alla Vergine fu riconosciuta la vittoria dell’Occidente cattolico sui Turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. Concetto rafforzato nel 1656 quando le venne riconosciuta la capacità di affrontare gli assedi, in questo caso la peste. La Vergine di Costantinopoli, che proponeva in definitiva l’Odigitria, ovvero colei che guida, è proposta nella tipologia della basilissa, cioè regina, e dell’aghiosoritissa, intercettrice, col Bambino che si trova a destra e che tiene in mano il Vangelo o il libro con i peccati dell’umanità, mentre con l’altra indica la Vergine. A Papasidero, tramite una pubblica assemblea e dietro sollecito della gerarchia ecclesiastica, la Madonna di Costantinopoli diventò la patrona e protettrice del paese, fino a quel momento San Rocco, e nel maggio del 1679 si svolsero i primi festeggiamenti in suo onore.

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