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di Francesca Giofrè
8 marzo 2024
12:10

8 marzoNon tutte ma in nome di tutte: ecco le donne calabresi che hanno fatto la differenza

Tenacia, coraggio e determinazione sono nel loro Dna. Nella giornata dell'8 marzo una carrellata di storie, alcune conosciute e altre meno, dal secolo scorso ai giorni nostri

Storie

Simbolo di tenacia, di forza, di determinazione. Ma anche di dedizione e amore. Tutto questo sono state e sono le donne calabresi. Contadine, mamme, pilastri per le proprie famiglie e custodi di tradizioni tramandate di generazione in generazione. E ancora, politiche, studiose e gran lavoratrici. Nate e cresciute in una terra bellissima ma a tratti difficile, e forse è proprio questo il segreto. Le sfide economiche, sociali e culturali di fronte a cui si sono trovate ne hanno forgiato il coraggio, facendo di loro creature che raramente si arrendono davanti alle difficoltà. Nella giornata in cui, a livello internazionale, si celebrano le donne e si ribadisce quanto sia importante la loro emancipazione e il raggiungimento di pari diritti rispetto agli uomini, vogliamo ricordare alcune delle donne che in Calabria hanno fatto la differenza, negli anni passati ma anche ai giorni nostri. Donne che hanno portato alto il nome della loro terra, sacrificandosi o raggiungendo traguardi importanti in diversi ambiti – dalla politica alla musica, passando per le scienze e il sociale – e dimostrando che quello che viene definito sesso debole di debole spesso e volentieri ha ben poco.

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Caterina Tufarelli Palumbo

Caterina Tufarelli Palumbo fu tra le undici donne che per la prima volta nel 1946 vennero elette sindaco in Italia, una conquista che fino ad allora per il genere femminile non era stata altro che un miraggio. Con i suoi 24 anni Caterina divenne anche la più giovane sindaca della Repubblica italiana. Nata nel 1922 a Nocara, in provincia di Cosenza, proveniva da una buona famiglia che fin da piccola le assicurò la migliore istruzione: gli studi in uno dei collegi più prestigiosi di Roma prima, e poi la laurea in Giurisprudenza a Napoli. Proprio nella capitale si avvicinò agli ambienti politici, frequentando ad esempio le figlie di Alcide De Gasperi. Dopo la laurea, il ritorno in Calabria: qui creò una famiglia (marito e tre figli) e fece sentire la sua presenza nella comunità. Al punto che, quando si candidò a sindaco di San Sosti, raccolse un ampio consenso. Rimase in carica fino al 1952 e tante furono le opere realizzate: dalla costruzione dell'asilo all'acquedotto comunale, dal mercato coperto alle case popolari, fino al cinema. Oggi il suo ritratto è affisso nella Sala delle Donne a Montecitorio, voluta dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini.

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