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di Francesca Giofrè
8 marzo 2024
12:10

8 marzoNon tutte ma in nome di tutte: ecco le donne calabresi che hanno fatto la differenza

Tenacia, coraggio e determinazione sono nel loro Dna. Nella giornata dell'8 marzo una carrellata di storie, alcune conosciute e altre meno, dal secolo scorso ai giorni nostri

Storie

Simbolo di tenacia, di forza, di determinazione. Ma anche di dedizione e amore. Tutto questo sono state e sono le donne calabresi. Contadine, mamme, pilastri per le proprie famiglie e custodi di tradizioni tramandate di generazione in generazione. E ancora, politiche, studiose e gran lavoratrici. Nate e cresciute in una terra bellissima ma a tratti difficile, e forse è proprio questo il segreto. Le sfide economiche, sociali e culturali di fronte a cui si sono trovate ne hanno forgiato il coraggio, facendo di loro creature che raramente si arrendono davanti alle difficoltà. Nella giornata in cui, a livello internazionale, si celebrano le donne e si ribadisce quanto sia importante la loro emancipazione e il raggiungimento di pari diritti rispetto agli uomini, vogliamo ricordare alcune delle donne che in Calabria hanno fatto la differenza, negli anni passati ma anche ai giorni nostri. Donne che hanno portato alto il nome della loro terra, sacrificandosi o raggiungendo traguardi importanti in diversi ambiti – dalla politica alla musica, passando per le scienze e il sociale – e dimostrando che quello che viene definito sesso debole di debole spesso e volentieri ha ben poco.

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Amalia Bruni

È conosciuta a livello internazionale per essere stata tra le prime a scoprire il gene più diffuso dell’Alzheimer. Amalia Bruni, oggi consigliere regionale in Calabria, si è così distinta nel campo della medicina e della ricerca, in particolare nell’ambito delle demenze degenerative. Nata nel 1955 a Girifalco, nel Catanzarese, è un medico specialista in Neurologia e direttore del Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme. Nel 1995 è riuscita, in collaborazione con un gruppo internazionale, a isolare il gene maggiore della malattia di Alzheimer ereditaria ad esordio precoce. In seguito ha continuato ad occuparsi di assistenza e ricerca per tutte le demenze, ereditarie e non, presenti nei vari territori della Calabria e più in generale del Sud Italia. Il suo impegno le è valso anche un riconoscimento come Cavaliere al merito della Repubblica e la designazione a membro del Comitato tecnico scientifico del Consiglio superiore di sanità. Nel 2021 l’incontro con la politica e l’elezione nel Consiglio regionale con il centrosinistra. A Palazzo Campanella ha seduto prima tra i banchi del gruppo misto per poi passare tra quelli del Pd.

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