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di Giuseppe Mancini
22 maggio 2024
10:50

Fede e devozioneRita da Cascia, storia della Santa dei casi impossibili che si celebra oggi anche in Calabria

Da Rombiolo a Lamezia forte è la devozione per l'“avvocata” dei disperati nella nostra regione. Tante le iniziative in tutta Italia e nel mondo. Al suo culto sono legate le rose e le api

Storie

Oggi si celebra Santa Rita da Cascia, avvocata dei casi disperati, proclamata Santa degli impossibili in virtù delle tantissime grazie, ormai inattese, ricevute per sua intercessione. È una delle devozioni più diffuse al mondo. È venerata dall’America latina, Europa fino al Medio Oriente. Sono migliaia le iniziative che in questa giornata si susseguono in tutta Italia in onore della Santa, piccola grande donna, modello di semplicità, fede, generosità, forza. Così come in Calabria, dove in ogni località, i fedeli quest’oggi si raccolgono in preghiera. Le comunità sono molto attive. Come ad esempio a Rombiolo, in provincia di Vibo Valentia, in cui la festa di Santa Rita è celebrata ogni anno nella Parrocchia Maria SS. Annunziata in Orsigliadi. Anche nel centro storico di Lamezia, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, le celebrazioni richiamano moltitudini di devoti.

La Storia di Santa Rita

Il nome originario di Santa Rita era Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1457). Nacque in una famiglia ferventemente religiosa, dall'unione di Antonio Lotti e Amata Ferri. Come da consuetudine, fu indirizzata al matrimonio e sposò Paolo Mancini, un ufficiale militare appartenente alla fazione dei Ghibellini, descritto come un uomo irruento. 


Lei con affabilità e pazienza riuscì a stemperare il carattere violento del marito, inducendolo ad abbandonare le armi. Con amore gli trasmise gli ideali Cristiani. Ebbero due figli. Dopo alcuni anni di matrimonio Paolo Mancini fu assassinato. Tuttavia, Rita non covò odio, anzi perdonò gli autori del delitto e pregò che i figli non cadessero nella tentazione della vendetta. A breve, anche i ragazzi morirono, di malattia. Abbandonata pure dai parenti del marito, Rita, all'età di circa 36 anni, decise di prendere i voti ed entrare nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, a Cascia. Attraverso la preghiera, Rita convinse la famiglia Mancini ad abbandonare ogni proposito di vendetta e a riconciliarsi con i nemici.

Le tradizioni devozionali

Secondo la tradizione, Rita, in piena notte, venne portata in volo dal cosiddetto "scoglio" di Roccaporena (altura dove andava spesso a pregare) fino dentro le mura del monastero di Cascia, dai suoi tre santi protettori (Agostino, Giovanni Battista e Nicola da Tolentino). Si racconta che la badessa del monastero mise a dura prova la sua vocazione e l'obbedienza, facendole annaffiare un arbusto di vite secco, presente nel chiostro del monastero. Il legno, dopo un po' di tempo, riprese vita e dette frutto. 

Nello stesso chiostro, oggi, è presente una vite risalente al XIX secolo. Secondo la tradizione devozionale, la sera del Venerdì Santo 18 aprile 1432 (o 30 marzo 1442 secondo un'altra tradizione), ritiratasi in preghiera per la Passione di Gesù, avrebbe ricevuto una spina dalla corona del Crocifisso, che le si sarebbe conficcata in fronte. Più avanti con gli anni, Rita rimase malata a letto per molto tempo. Nell'inverno prima di morire, mandò sua cugina a prendere una rosa e due fichi nel suo orto a Roccaporena. La cugina, incredula, pensava che delirasse, ma effettivamente trovò tra la neve la rosa rossa e i fichi richiesti. 

Al culto di Santa Rita è legato, altresì, il sacramentale delle rose benedette. Tale devozione è ispirata alla leggenda del roseto del giardino dei suoi genitori fatto miracolosamente fiorire dalla santa d'inverno, nel gennaio 1457, mentre era malata in monastero. Il rito, celebrato il 22 maggio, consiste nella benedizione da parte del sacerdote delle rose presentate dai devoti, i quali portano i fiori benedetti a casa come segno del patrocinio della santa.

Inoltre, la tradizione, lega strettamente Rita alle api, e dice che come apparvero api bianche sulla sua culla, così apparvero api nere sul suo letto di morte. Sulla base di questi racconti, le api, le rose e la spina sono diventati gli attributi iconografici più frequenti della Santa. La venerazione di Rita da Cascia da parte dei fedeli iniziò subito dopo la sua morte e fu caratterizzata dall'elevato numero e dalla qualità degli eventi prodigiosi, riferiti alla sua intercessione.

La sua beatificazione avvenne, però, dopo varie vicissitudini, soltanto nel 1626, 180 anni dopo la sua morte. E fu canonizzata nel 1900. I resti della santa sono conservati a Cascia, all'interno della basilica di Santa Rita.

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