Il 63enne di Soveria Mannelli ieri era alla guida dello Stadler che ha effettuato il primo tragitto di ricognizione tecnica. Suo nonno nel 1961 uscì miracolosamente vivo dal tragico incidente della Fiumarella
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È un primo maggio da incorniciare questo del 2025 per Pietro Falvo: dopo 38 anni e 4 mesi di fedeltà alle sue Ferrovie della Calabria (già Calabro Lucane) da oggi il 63enne di Soveria Mannelli (Catanzaro) è ufficialmente in pensione.
«Mi ci dovrò abituare e non sarà facile – ammette Pietro dietro i suoi baffi che ancora gelosamente non taglia – ma ho trascurato tante cose, la mia famiglia anzitutto (la moglie Luigina ed il figlio Francesco oggi quarantenne, ndr) per un lavoro che ha riempito la mia vita con tante soddisfazioni».
Ultima ma anche prima corsa
La sua non è una storia banale, tutt’altro. E per un curioso gioco del destino la curva dell’età lavorativa si è conclusa aprendo probabilmente una nuova epoca nei trasporti calabresi. Ieri, mercoledì 30 aprile, Pietro Falvo ha ricevuto come ultimo incarico la conduzione dello Stadler che ha di fatto saggiato per la prima volta in assoluto il nuovo percorso ferrato della nuovissima metropolitana di Catanzaro.
Entusiasmo per le rotaie
«È stato bellissimo – ammette – dopo anni di pessimismo e limitazioni ho rivisto la “mia” ferrovia, ho avvertito l’entusiasmo di un mestiere che mi sento dentro e credo che questa novità sarà importantissima per Catanzaro e per tutti quelli che la utilizzeranno. Un po’ come sono state le prime Calabro Lucane per il trasporto non gommato di migliaia di persone».
Giornata pesante quella delle prime verifiche su rotaia: la motrice ha percorso lentissimamente gli 8,5 chilometri da Sala a Lido, dopo essere scesa in cremagliera dalla stazione di Centro città.
«Siamo arrivati verso le 14 a Marina, consentendo ai tecnici specializzati tutti i rilievi e le prove strumentali previste. Speriamo che presto si possano concludere per effettuare un collaudo vero e proprio a velocità reali».
Il dramma della Fiumarella
Ma l’effetto sentimentale di Pietro in questo Primo Maggio 2025 risale a molto più lontano, un anno prima che lui nascesse. E si riallaccia a quel drammatico 23 dicembre del 1961 quando una vettura delle Calabro precipitò nel grato del torrente Fiumarella togliendo la vita a 70 persone. Da quel tragico volo uscì malconcio ma vivo suo nonno Pietro che aveva 30 anni ed aveva preso parte alla Grande Guerra. Un miracolo, un segno del destino.
Odori e rumori


Si perché poi Arcangelo, padre del neo pensionato Pietro, fu assunto in ferrovia come cantoniere. Questo significa che Pietro respirò fin da bambino gli odori tipici della ferrovia ascoltando come “normalità” la ferraglia dei convogli che gli passavano praticamente a 5 metri dal lettino di bimbo.
«Senza contare i tanti parenti che parteciparono alla costruzione della linea ferrata che riusciva a portarci in poco tempo a Catanzaro». Già, Catanzaro… Pietro ne parla come la sua città, fermo restando tutto l’attaccamento alla bella ed attiva Soveria Mannelli, terra di alacrità e saggezza.
Competenza ed energia da vero ferroviere
«È da sempre il nostro punto di riferimento, per uffici, salute, lavoro. Io – aggiunge Pietro – sono il primo di cinque fratelli ed uno di loro, Luciano, è capostazione proprio in città». Nelle sue parole emerge un misto di preparazione tecnica e di autentica passione. Pietro sa spiegare la differenza di tutti i sistemi di trasporto su rotaia con cui ha lavorato fino all’attuale funzionamento del motore termico delle motrici in azione. Lui stesso ha partecipato alla posa di binari, traversine e massicciata che da giugno a settembre 2017 hanno consolidato il tratto a cremagliera Catanzaro Centro città – Catanzaro Sala. Quando il pendolo entrerà in azione sull’intero tratto, la sua “mano” continuerà a sprigionare i benefici effetti sul tratto inclinato del sistema metropolitano.
Sicurezza, non si può transigere
Un passaggio doveroso in questo giorno va alla sicurezza. «Ogni lavoratore, in ogni settore, deve essere sicuro che alla sera faccia ritorno a casa – dice Pietro Falvo con voce sicura – non è ammissibile si verifichino gli incidenti più disparati di cui sentiamo spesso nelle cronache. Il rispetto regole occorre pretenderlo come le norme comuni di sicurezza a salvaguarda del benessere di ciascuno e delle proprie famiglie».
Un passaggio commosso quando ricorda ancora i tanti giovani della tragedia della Fiumarella; ma anche i due colleghi morti nell’86 quando una vettura delle Calabro mancò l’aggancio con la cremagliera schiantandosi contro il muretto della galleria di Sala. In quella circostanza morirono il macchinista ed il suo aiuto. «La macchina e l’uomo sono sempre più complementari uno all’altra, ma l’uomo ha e dovrà avere sempre la facoltà delle scelte».
Passaggio di testimone
Nella cabina di conduzione, per le prime verifiche tecniche della metropolitana di Catanzaro, accanto all’esperienza di Pietro Falvo c’era un giovane, a simboleggiare un passaggio di testimone fondamentale. «Si chiama Antonio Galati, e rappresenta la prossima generazione di ferrovieri su cui la nostra azienda potrà puntare».
La “corsa” lavorativa di Falvo è finita, tra gli applausi e le battute di colleghi e superiori, l’amministratore Ernesto Ferraro in primis. Prima di puntare verso Soveria Mannelli un salto in pasticceria per festeggiare l’inizio del meritato riposto insieme alla cara Luigina. Si, decisamente oggi è un Primo Maggio specialissimo. Auguri, Pietro!