Il Pd anti-Irto è roba da manicomio

I democrat di Calabria sono una declinazione patologica della psiche. Il disperato tentativo di sottrarsi all’anonimato della politica di provincia anima l’invidia di chi non sopporta la propria dimensione microscopica. La graffiante analisi di Antonella Grippo

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di Antonella Grippo
7 giugno 2021
10:02

Accoltellano con deliziosa perfidia. Le loro periferiche esistenze si lasciano percorrere e trafiggere da lancinanti livori a causa di mancanti, significative botte di vita. Tramano maldestramente contro il "compagno" di turno, non avendo mai intrattenuto alcuna consuetudine con la sublime nuvola di cipria della Marchesa de Marteuil ne Le relazioni pericolose.

Il Pd di Calabria (propaggine di quello romano), più che un caso politico, è una declinazione patologica della psiche. Un’ustione dell'anima che non vuole proclamarsi redenta. La tumefazione della materia dell'Es. L’ennesima colonia dell'acredine e del suo replicarsi in piccoli uomini e microscopiche femmine della provincialuccia italiana in cerca di qualche strapuntino per sfuggire al gorgo del più cereo anonimato.


Il recente tentativo di fottere Nicola Irto, in corsa per la presidenza della Regione, è esercizio sciatto del vizio capitale per eccellenza: l’invidia. Dell’altrui possibilità di competere. Cosicché, provenzanici, mezziturchi, ferventi orlandinini e simmetrici indigeni possano segnalare al dirimpettaio di quartino i loro timidi talenti. Da tempo in stipsi. Non si tratta di visioni del mondo da contrapporre a quella Irtica. Non di weltanschauung, sia chiaro. Magari fosse così! La guerra al reggino Nicola è roba da modestissime faide di parentado velenoso e dalla esondante bile.

Sennonché, l'invidia, pur vivendo in clandestinità e abitando gli anfratti del sottosuolo, è un demone di rango. Non ha grandi capacità affabulatorie né si lascia preludere da minacciose sonorità. Di rado fa pastetta con le parole. Al contrario, le sgozza perché non tramino contro il buio silente in cui il mostro dimora. Si muove guardinga, dentro mimiche e pallori indizianti, l'invidia. Tra i vizi capitali è quello più incline alla mimesi. Se finisce, però, in mano a principianti del male, la sgami subito e smarrisce la sua aura di peccato principe.

Ecco, il Pd è questa cosa qui: la pulsione che nutre il contenzioso da ballatoio e che rischia di stravolgere persino la gerarchia dei vizi capitali. È il trionfo della inintelligenza delle cose della Politica. Il feretro di tutta la storia d’Occidente, da Platone a Machiavelli. Il Pd è modesto format delle belligeranze ingrugnite delle mezzecalzette di partito, che agli dei democristiani, socialisti e comunisti non seppero rubare il fuoco perché prive del fegato da offrire all’aquila castigatrice di Prometeo. 

Giornalista
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