Nel momento in cui la notte lascia spazio al mattino, durante l’alba, gli occhi di Maria fissano il soffitto. Un soffitto di vecchie travi in legno sul quale siedono ragnatele e passeggiano lenti ragni e qualche formica. Ci sono anche lesioni e nuvola sparse di muffa.
La città dorme ancora e nelle vie del centro storico poche luci illuminano la piazza solitaria e i vicoli. Nel frattempo anche la brina si alza verso la parte alta della città. Il rumore di una pulitrice e le smanie di qualche randagio accompagnano il risveglio di Maria.
Lei, una donna anziana rimasta vedova da molti anni, vive sola in un vecchio appartamento; il lascito della sua storia d’amore travolgente ma breve.
Si tratta di un monolocale con un piccolo bagno, una stanza da letto, un soggiorno - cucina e un’antica libreria. Spazi stretti nei quali si fatica a respirare. Alcune macchie grigie investono le pareti del soggiorno, le tante lesioni sui pavimenti segnano il confine tra la sala centrale e la cucina.
Per Maria non è semplice, sopravvivere con la muffa, il freddo e una bombola di gas quasi sempre spenta. Per scaldarsi dal freddo usa una vecchia coperta di sua madre. La coperta di lana del corredo matrimoniale. Un’eredità. L’oro povero.
Assieme alla coperta una tazza con acqua calda e un po’ di latte; in compagnia di un libro di Muslin. Per Maria leggere è come nascondersi dalla tristezza. Un libro può essere un abbraccio mancato, un bacio mai dato.
Maria è gracile, non mangia da mesi, ha pochi vestiti e i suoi capelli bianchi sono sempre legati, per evitare il vento… dice. Indossa un maglione blu, un pantalone grigio scuro e delle scarpe nere con piccoli fori accanto ai lacci.
Il suo migliore amico è un piccolo carrello della spesa con il quale esce tutte le mattina per andare al mercato.
Il mercato alimentare è distante da casa sua. Il primo autobus disponibile è alle 07:00… troppo tardi per lei. Al mercato bisogna arrivare presto, perché i prodotti migliori vanno via in fretta. Allora, con passi lenti ma decisi Maria percorre tanti chilometri per arrivare in tempo.
Una volta arrivata la stanchezza delle gambe lascia spazio ad un profondo senso d’incertezza. Non sa cosa fare, non sa dove andare e, soprattutto, non sa con chi parlare. Attimi di sgomento come ogni mattina. Nel frattempo i camion sono andati via e i commercianti e gli ambulanti hanno caricato sui propri mezzi frutta, verdure e ortaggi di ogni genere.
È il momento di Maria. Finalmente, può avvicinarsi sul retro del capannone per fare la spesa. Mentre, in lontananza gruppi di persone si avvicinano. È la compagnia del mercato. Le persone con le quali Maria condivide la frenetica ricerca del cibo.
C’è un luogo in cui Maria e la sua compagnia trovano alimenti e cibo senza pagare: il retro del mercato. Una vasta scelta di prodotti, scartati da venditori e clienti è pronta per entrare nei carrelli degli ultimi. Maria è tra questi. Nonostante, i tanti chilometri percorsi, il sonno mancato e le ore trascorse davanti al mercato è tra gli ultimi.
Dopo tanta attesa, di fianco alcuni cassonetti verdi, Maria trova il suo pranzo, la ragione per tornare a casa: una cassetta in legno con un paio di mele, pomodori e foglie sparse di lattuga. Terminata la spesa torna a casa. Questa volta in autobus, al caldo. Ma il rientro per lei è più doloroso dell’andata. Sente un peso forte dal petto fino allo stomaco. Un dolore inspiegabile, una sete ingorda di vuoto. Un vuoto di vita e di insostenibile solitudine.